sabato, novembre 29, 2003
Cena di compleanno: resoconto. Prima di tutto un benvenuto a Costanza, che ha emesso il suo primo vagito nel segno del Sagittario, nel mese di Novembre e nella sera del festeggiamento del mio compleanno. Complimenti a Benedetto e ad Alessandra, che cominceranno un nuovo cammino, auguro tutta la felicità possibile.
Poi la serata. Invitati: molti. Presenti: Rocco, Maria, Carmen, Mihai, Manuela, Mauro, Marco, Fede, Germana, Tarta, Adriano, Michele, Io.
Cibo (poco rilevante): torte salate, antipasti vari all'italiana, risotto con radicchio, salumi, formaggi, tozzetti e ciambelline col vino. 4 bottiglie di vino bianco, 5 di rosso, 1 di moscato di Pantelleria, 2 di acqua, 6 di schwepps, 1 di vodka, 1/2 i gin.
La serata è andata molto bene, non mi sarei mai aspettata di arrivare alle 2.00 del mattino e di pensare che fosse 1/2 notte, a ridere e a urlare dalla prima parola all'ultima. E' stato un abbinamento di personaggi strani, che magari non si conoscevano tra loro, ma che tra loro si combinavano bene. Ognuno aveva la battuta pronta per ribattere o per fare da spalla, cambiando in continuazione personaggi, come in una commedia dell'arte, con un semplice canovaccio e tutti sono stati degni del proprio ruolo.
Fantastici il Tarta e Mihai, che simultaneamente hanno detto che l'orgasmo non si può esprimere in esperanto! Mauro che dall'angolo tirava frecciate intelligenti e ironiche, a cui nessuno poteva rispondere, era la spalla perfetta di tutti. Manuela, con un sorriso che tempesta l'aria e che ha sempre la capacità di ammorbidire le situazioni in maniera ironica. Rocco, intelligente e acuto, capace di argomentare e di far ridere. Maria, che mi fa un sacco ridere. Carmen, piccolina, che a volte scompare, ma poi riappare, con frasi degne di una sorella acquisita, che anche ieri sera mi è stata vicina, come io spesso non ho saputo fare. Fede, il neocon fondamentalista, ma che davanti a Germana diventa un cucciolo ammansito. Adriano, degno del suo personaggio da Oscar Wilde, come sempre. Marco, che per tutta la sera ha cercato di difendere l'esperanto e la giustezza di questa battaglia, ha continuato a reggere fino alla fine, per fortuna poi il discorso si è spostato, credo che ne sarebbe uscito perdente. Michele, che mi ha aiutato e ha fatto il Capezzone della situazione, il primo della classe, il secchione che "questa cosa la so solo io", ma poi è stato incalzato da Rocco, che sembrava avere preso le posizioni di Marco.
Grazie a tutti, per la bella serata. Mi dispiace per quelli che non sono potuti venire e che mi hanno fatto il regalo comunque: Roberta e Cicci (mannaggia, avevo preparato tutte cose vegetariane apposta), I Puppies (siete mancati), Marco e Marina (quasi quasi è meglio che non siate venuti, altrimenti Marco si sarebbe scagliato contro Cappato per l'ennesima volta… però mi dispiace, ci sareste stati a pennello). E ora sono pronta per affrontare un altro anno!
(0) commenti
Poi la serata. Invitati: molti. Presenti: Rocco, Maria, Carmen, Mihai, Manuela, Mauro, Marco, Fede, Germana, Tarta, Adriano, Michele, Io.
Cibo (poco rilevante): torte salate, antipasti vari all'italiana, risotto con radicchio, salumi, formaggi, tozzetti e ciambelline col vino. 4 bottiglie di vino bianco, 5 di rosso, 1 di moscato di Pantelleria, 2 di acqua, 6 di schwepps, 1 di vodka, 1/2 i gin.
La serata è andata molto bene, non mi sarei mai aspettata di arrivare alle 2.00 del mattino e di pensare che fosse 1/2 notte, a ridere e a urlare dalla prima parola all'ultima. E' stato un abbinamento di personaggi strani, che magari non si conoscevano tra loro, ma che tra loro si combinavano bene. Ognuno aveva la battuta pronta per ribattere o per fare da spalla, cambiando in continuazione personaggi, come in una commedia dell'arte, con un semplice canovaccio e tutti sono stati degni del proprio ruolo.
Fantastici il Tarta e Mihai, che simultaneamente hanno detto che l'orgasmo non si può esprimere in esperanto! Mauro che dall'angolo tirava frecciate intelligenti e ironiche, a cui nessuno poteva rispondere, era la spalla perfetta di tutti. Manuela, con un sorriso che tempesta l'aria e che ha sempre la capacità di ammorbidire le situazioni in maniera ironica. Rocco, intelligente e acuto, capace di argomentare e di far ridere. Maria, che mi fa un sacco ridere. Carmen, piccolina, che a volte scompare, ma poi riappare, con frasi degne di una sorella acquisita, che anche ieri sera mi è stata vicina, come io spesso non ho saputo fare. Fede, il neocon fondamentalista, ma che davanti a Germana diventa un cucciolo ammansito. Adriano, degno del suo personaggio da Oscar Wilde, come sempre. Marco, che per tutta la sera ha cercato di difendere l'esperanto e la giustezza di questa battaglia, ha continuato a reggere fino alla fine, per fortuna poi il discorso si è spostato, credo che ne sarebbe uscito perdente. Michele, che mi ha aiutato e ha fatto il Capezzone della situazione, il primo della classe, il secchione che "questa cosa la so solo io", ma poi è stato incalzato da Rocco, che sembrava avere preso le posizioni di Marco.
Grazie a tutti, per la bella serata. Mi dispiace per quelli che non sono potuti venire e che mi hanno fatto il regalo comunque: Roberta e Cicci (mannaggia, avevo preparato tutte cose vegetariane apposta), I Puppies (siete mancati), Marco e Marina (quasi quasi è meglio che non siate venuti, altrimenti Marco si sarebbe scagliato contro Cappato per l'ennesima volta… però mi dispiace, ci sareste stati a pennello). E ora sono pronta per affrontare un altro anno!
(0) commenti
venerdì, novembre 28, 2003
Questa sera grande festa. Chiedo anticipatamente scusa a tutti quelli che non ho invitato per la festa del mio compleanno, ma è andata che invitavo chi mi trovavo davanti e a parte alcune persone che volevo ci fossero e ho esplicitamente cercato per questo evento - non dirò chi sono per non fare discriminazioni - tutti gli altri sono venuti a caso. Fatto sta che stasera festeggio, con amici e connessi, una cena in piedi in uno spazio che spero riesca a contenere tutti, talmente è piccolo. Non voglio regali, solo grandi sorrisi. Il banchetto sarà magari povero, ma è gratis, quindi accontentatevi ragazzi!
Se per caso sono stata maleducata a non ho invitato qualcuno, fatemelo sapere, che provvederò a valutare la situazione ;-)). Nei prossimi giorni il resoconto della serata.
(0) commenti
Se per caso sono stata maleducata a non ho invitato qualcuno, fatemelo sapere, che provvederò a valutare la situazione ;-)). Nei prossimi giorni il resoconto della serata.
(0) commenti
martedì, novembre 25, 2003
Ebbene, sono passati anche questi 25! Non ho molto da dire a riguardo, se non un grazie a tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri.
(0) commenti
domenica, novembre 23, 2003
Grazie a... Questa ricetta è gentilemente offerta da un amico che mi ha scritto e che rendo pubblica per poter essere provata e sperimentata. Buon Appetito.
Risotto alla Fini
Far cuocere dolcemente in una casseruola almeno tre grandi cipolle, aggiungendo un po' d'acqua finché non si sono ridotte a una crema. A parte preparare un brodo o far sciogliere un dado in un litro di acqua.
Quando le cipolle sono pronte aggiungere nella casseruola il riso (tre manciate per persona), far tostare un po' e poi versare mezzo bicchiere di vino o meglio prosecco e aspettare che si asciughi. Versare il brodo con il mestolo nella casseruola man mano che il riso si asciuga, mescolando spesso con un cucchiaio di legno..
Dieci minuti prima della fine della cottura, sciogliere lo zafferano (una bustina per persona + 1) in una tazza con un mestolo di brodo e versarlo nel riso.Dopo cinque minuti macinare con il macinino del pepe un pezzetto di hashish duro o sbriciolare della marijuana (attenti a non metterne troppa che sballa) e continuare a mescolare e aggiungere il brodo finché il riso è cotto. Alla fine deve essere cremoso e non una minestra.Versare il risotto in una zuppiera e aggiungere il parmigiano e una noce
di burro.
(0) commenti
Risotto alla Fini
Far cuocere dolcemente in una casseruola almeno tre grandi cipolle, aggiungendo un po' d'acqua finché non si sono ridotte a una crema. A parte preparare un brodo o far sciogliere un dado in un litro di acqua.
Quando le cipolle sono pronte aggiungere nella casseruola il riso (tre manciate per persona), far tostare un po' e poi versare mezzo bicchiere di vino o meglio prosecco e aspettare che si asciughi. Versare il brodo con il mestolo nella casseruola man mano che il riso si asciuga, mescolando spesso con un cucchiaio di legno..
Dieci minuti prima della fine della cottura, sciogliere lo zafferano (una bustina per persona + 1) in una tazza con un mestolo di brodo e versarlo nel riso.Dopo cinque minuti macinare con il macinino del pepe un pezzetto di hashish duro o sbriciolare della marijuana (attenti a non metterne troppa che sballa) e continuare a mescolare e aggiungere il brodo finché il riso è cotto. Alla fine deve essere cremoso e non una minestra.Versare il risotto in una zuppiera e aggiungere il parmigiano e una noce
di burro.
(0) commenti
mercoledì, novembre 19, 2003
Dilemmi eistenziali. Mancano 5 giorni al mio compleanno, sono al giro di boa ragazzi, 26 anni! E' dura da accettare, sono più vicina ai trenta che ai venti. Comunque il problema ora è che ho una lunga lista di regali da farmi fare, solo che non ho idea di cosa. Scrivo chiedendo aiuto a tutti. Le persone sono: mamma, papà (che generalmente fa un regalo unico a Natale), David (fratello maggiore), Michele ( fidanzato). Potete postare nei commenti qualsiasi suggerimento, a loro e a me, sarà mia cura indirizzare e semmai scartare le opzioni. Grazie.
(0) commenti
lunedì, novembre 17, 2003
L'arte di arrangiarsi. Sabato mattina Roberta è andata a casa di Michele a prendersi le sue cose e michele è rimasto con 2 stanze vuote! Quindi sabato e domenica ci siamo fatti una via crucis per tutti i rigattieri e negozi di arredamento di roma. Abbiamo cominciato da campo de' fiori, via dei cappellari, siamo entrati in tutti i garages aperti che vendono mobili dimessi o restaurati. Una goduria passare in rassegna con colpi d'occhio super veloci e individuare IL PEZZO giusto. Peccato che i prezzi andassero dalle 600 alle 1200 euro. Niente da fare. Siamo passati in un posto che non mi ricorso come si chiama ma che è molto famoso a roma, uno che ha anche il teatro e il baretto e che vende cose raccattate da ognidove. Niente, non ci convinceva, tutta roba anni 50, tirata fuori dalle cantine o dagli appartamenti svuotati di vecchie signore.
Alla fine siamo arrivati vicino al pallaro, dove c'è un negozio delizioso, ma caro impestato, dove però abbiamo preso un mobiletto verde decapato con i cassettini per il bagno.
Sconsolati dalla maratona del giorno prima, domenica abbiamo deciso di andare a porta portese, dove già siamo clienti fissi e in effetti abbiamo fatto centro: mobile in rovere con ante scorrevole dipinto di giallo e verde: 150 euro. A fianco un amico del venditore, napoletano che per 100 euro lo svernicia, mette le mensole e ci dà pure una passata di cera. Grandioso. Più in giù un vecchiette tutto solo che stava smontando e caricando la roba su una opel astra famigliare, non avrei mai immaginato che quella macchina potesse trasportare così tanta roba. Tutta sola in un angolo una scrivania in faggio, quasi intatta. Probabilmente tutti i pezzi non sono originali, ma assomiglia tanto a una vecchia scrivania che franco mi aveva regalato da bambina, solo in piccolo. Ha 5 cassetti e i pomelli sono uno diverso dall'altro. Prezzo: 220 euro. Con 470 euro abbiamo risolto e ora potremmo chiamare D per fare un servizio fotografico su come fare una casa acquistando i mobili a porta portese e fare la propria sporca figura.
Gli acquisti: armadio 230 euro, cassapanca 130, mobile con ripiani 250 compresa la sverniciatura e il restauro, scrivania 220. totale 830 euro, quanto un armadio unico in un negozio! Si fa quel che si può, l'arte di arrangiarsi, o meglio, s'ha da campà! Ma è divertente… altro che Ikea.
(0) commenti
Alla fine siamo arrivati vicino al pallaro, dove c'è un negozio delizioso, ma caro impestato, dove però abbiamo preso un mobiletto verde decapato con i cassettini per il bagno.
Sconsolati dalla maratona del giorno prima, domenica abbiamo deciso di andare a porta portese, dove già siamo clienti fissi e in effetti abbiamo fatto centro: mobile in rovere con ante scorrevole dipinto di giallo e verde: 150 euro. A fianco un amico del venditore, napoletano che per 100 euro lo svernicia, mette le mensole e ci dà pure una passata di cera. Grandioso. Più in giù un vecchiette tutto solo che stava smontando e caricando la roba su una opel astra famigliare, non avrei mai immaginato che quella macchina potesse trasportare così tanta roba. Tutta sola in un angolo una scrivania in faggio, quasi intatta. Probabilmente tutti i pezzi non sono originali, ma assomiglia tanto a una vecchia scrivania che franco mi aveva regalato da bambina, solo in piccolo. Ha 5 cassetti e i pomelli sono uno diverso dall'altro. Prezzo: 220 euro. Con 470 euro abbiamo risolto e ora potremmo chiamare D per fare un servizio fotografico su come fare una casa acquistando i mobili a porta portese e fare la propria sporca figura.
Gli acquisti: armadio 230 euro, cassapanca 130, mobile con ripiani 250 compresa la sverniciatura e il restauro, scrivania 220. totale 830 euro, quanto un armadio unico in un negozio! Si fa quel che si può, l'arte di arrangiarsi, o meglio, s'ha da campà! Ma è divertente… altro che Ikea.
(0) commenti
giovedì, novembre 13, 2003
Ormai ho le valige in spalla. Il freddo nord mi guarda, dall'alto mi porge una mano e mi dice "vieni con me". Oggi sono tutti a Bruxelles per un convegno sull'Europa, io invece sono rimasta a lavorare e con Manuela stiamo in questa stanza buia, con una piccola finestra che fa entrare poca luce, la porta che non si riesce mai a chiudere, il freddo che entra dalle scale, e per una volta senza la cappa di fumo di sigaretta che già ha invaso la stanza alle 10.00 della mattina.
Fa freddo, più che altro c'è umido e il poco freddo che c'è entra nelle ossa. Ma qui non è dato lamentarsi, perché abbiamo tutti scelto di starci ed è già tanto se ci danno lo stipendio. Quindi ci dobbiamo accontentare di una stufetta elettrica che abbiamo ottenuto perché l'anno scorso per qualche mese la ex fidanzata del super-capo ha lavorato in questa stanza. Poi si sono lasciati, a noi è rimasta la stufa, ma lei ha non sta più qui, ha mantenuto solo il primo lavoro e non viene più pagata per non fare niente, ma solo quando fa qualcosa. Ora lui si sposa, con un'altra, una cantante lirica che sembra una bambola di porcellana. Avranno cinque figli e l'ultimo si chiamerà Quinto. Comunque, auguri al futuro sposo.
Tornando alla stanza di lavoro. Da poco io ho anche una lampada tutta per me, rubata dal magazzino dell'archivio cartaceo. Non mi sto lamentando, sto solo gustando queste cose che piano piano mi stanno scivolando di dosso, me le sto in un certo senso scrostando, con malinconia scopro che non mi appartengono più e che la mia strada si sta scegliendo da sola, senza che io faccia niente. Non sono affranta, né sconsolata, né arrabbiata. Per una volta sto in pace e sono serena. Gli amici che ci sono oggi rimarranno e io farò la vita per cui sono stata destinata, senza sforzare niente.
Ieri sera ero al telefono con mia madre e le stavo parlando di questa mia sensazione, del voler tornare al nord, vicino alla mia famiglia. La prima domanda che mi ha fatto era se stavo da sola in casa, se Michele era fuori. Le ho risposto "no perché?" e lei "ma, parli così tranquillamente di una cosa che vi porterebbe lontani". Semplicemente la capisce, mi capisce, mi guarda negl'occhi e sente quello che provo e con la libertà dell'amore non mi lascia, ma mi lascia scegliere, senza condizioni.
Tutto sta diventando improvvisamente semplice, da quando non ho più la paura di dover essere qualcosa, ma ho il progetto di voler essere solo felice. (0) commenti
Fa freddo, più che altro c'è umido e il poco freddo che c'è entra nelle ossa. Ma qui non è dato lamentarsi, perché abbiamo tutti scelto di starci ed è già tanto se ci danno lo stipendio. Quindi ci dobbiamo accontentare di una stufetta elettrica che abbiamo ottenuto perché l'anno scorso per qualche mese la ex fidanzata del super-capo ha lavorato in questa stanza. Poi si sono lasciati, a noi è rimasta la stufa, ma lei ha non sta più qui, ha mantenuto solo il primo lavoro e non viene più pagata per non fare niente, ma solo quando fa qualcosa. Ora lui si sposa, con un'altra, una cantante lirica che sembra una bambola di porcellana. Avranno cinque figli e l'ultimo si chiamerà Quinto. Comunque, auguri al futuro sposo.
Tornando alla stanza di lavoro. Da poco io ho anche una lampada tutta per me, rubata dal magazzino dell'archivio cartaceo. Non mi sto lamentando, sto solo gustando queste cose che piano piano mi stanno scivolando di dosso, me le sto in un certo senso scrostando, con malinconia scopro che non mi appartengono più e che la mia strada si sta scegliendo da sola, senza che io faccia niente. Non sono affranta, né sconsolata, né arrabbiata. Per una volta sto in pace e sono serena. Gli amici che ci sono oggi rimarranno e io farò la vita per cui sono stata destinata, senza sforzare niente.
Ieri sera ero al telefono con mia madre e le stavo parlando di questa mia sensazione, del voler tornare al nord, vicino alla mia famiglia. La prima domanda che mi ha fatto era se stavo da sola in casa, se Michele era fuori. Le ho risposto "no perché?" e lei "ma, parli così tranquillamente di una cosa che vi porterebbe lontani". Semplicemente la capisce, mi capisce, mi guarda negl'occhi e sente quello che provo e con la libertà dell'amore non mi lascia, ma mi lascia scegliere, senza condizioni.
Tutto sta diventando improvvisamente semplice, da quando non ho più la paura di dover essere qualcosa, ma ho il progetto di voler essere solo felice. (0) commenti
martedì, novembre 11, 2003
Allora sono anche io una dissenziente. Su radioradicale.it è stato pubblicato il nuovo speciale! Argomento: i dissenzienti. E la pagina di richiamo sull'homepage ha una bella foto di Benedetto con lo sfondo del secondo Congresso di Radicali Italiani, mentre sta tenendo il suo discorso.
Fino a prova contraria Benedetto è ancora deputato europeo della lista Bonino, è membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e ha un ufficio in via di Torre Argentina 76, con un pc, una sedia, una scrivania, una libreria, le sue carte, i suoi libri, le sue foto, i suoi sigari e il suo posacenere, almeno, fino a ieri sera c'era.
Benedetto ha fatto una proposta, la si può considerare più o meno vuota, ma era una proposta, che ha messo nelle mani del Congresso. E' stata bocciata e con lei anche la sua possibilità di diventare Segretario. Non se n'è andato, non ha sbattuto la porta come invece hanno fatto tanti altri, non ha detto cattiverie, ma anzi, se proprio ha dimostrato quanto diabolico è nel perseverare.
Lo speciale in sé non mi piace, è troppo superficiale, non ha un filo conduttore, si limita a raccontare avvenimenti senza in realtà approfondire niente, prima di tutto i vari perché. Certo, solo un Pannella potrebbe in realtà cimentarsi a fare un lavoro del genere. Comunque, al di là delle critiche, almeno uno sforzo è stato fatto e io sono la persona meno adatta per fare questo genere di critiche, ma vedere Benedetto che viene accompagnato alla porta d'uscita, quando lui non ha mai dimostrato di voler uscire… quello no, non mi sta bene!
(0) commenti
Fino a prova contraria Benedetto è ancora deputato europeo della lista Bonino, è membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e ha un ufficio in via di Torre Argentina 76, con un pc, una sedia, una scrivania, una libreria, le sue carte, i suoi libri, le sue foto, i suoi sigari e il suo posacenere, almeno, fino a ieri sera c'era.
Benedetto ha fatto una proposta, la si può considerare più o meno vuota, ma era una proposta, che ha messo nelle mani del Congresso. E' stata bocciata e con lei anche la sua possibilità di diventare Segretario. Non se n'è andato, non ha sbattuto la porta come invece hanno fatto tanti altri, non ha detto cattiverie, ma anzi, se proprio ha dimostrato quanto diabolico è nel perseverare.
Lo speciale in sé non mi piace, è troppo superficiale, non ha un filo conduttore, si limita a raccontare avvenimenti senza in realtà approfondire niente, prima di tutto i vari perché. Certo, solo un Pannella potrebbe in realtà cimentarsi a fare un lavoro del genere. Comunque, al di là delle critiche, almeno uno sforzo è stato fatto e io sono la persona meno adatta per fare questo genere di critiche, ma vedere Benedetto che viene accompagnato alla porta d'uscita, quando lui non ha mai dimostrato di voler uscire… quello no, non mi sta bene!
(0) commenti
venerdì, novembre 07, 2003
Il silenzio complice. Berlusconi ha detto che la Cecenia è una leggenda contro Putin… mamma mia, di male in peggio!! Se pensiamo che l'Europa è retta da un nano e un carciofo! Che figura che ci facciamo!! Certo, ognuno ha i proprio torna conto, stare zitti sul fronte Cecenia giova a tutti, ma legittimare la situazione è proprio da assassini! Vorrei sapere se Berlusconi è mai stato nella Repubblica di Icherkia e se ha il coraggio di guardare negl'occhi quelle famiglie a cui vengono tolti i figli, o i mariti, che vengono decimate, rapite e torturate solo per il fatto di essere ceceni. Vorrei vedere se anche a loro regalerebbe un orologio del Milan e li consolerebbe con una pacca sulla spalla.
Sono essere umani, che da un secolo stanno vivendo un genocidio da parte del potere russo. Sono persone che hanno come unica colpa il fatto di essere la valvola di sfogo di un esercito arrivato allo scatafascio, quello russo. Un presidente che era capo del KGB e che per dare un senso a quei generali e soldati che avrebbero perso il lavoro dopo la caduta del muro, si è inventato una guerra, ormai civile.
Ci stupiamo dei terroristi, delle donne terroriste, ma sono due aspetti totalmente diversi. Il terrorismo ceceno non è un terrorismo di "Partigiani" come ha detto Pannella sull'assalto del teatro di Mosca. Io credo che finché vigerà il regime di guerra, in quel territorio non esisterà l'ordine e la legalità, ma solo violenza, mafia e terrrorismo.
Le donne non sono comparabili alle donne kamikaze palestinesi, perché non sono suicidi di carattere religioso o fanatico, ma sono vedove bianche, che hanno perso tutto: la casa, i figli, il marito, il padre, hanno subito violenze di ogni tipo e non trovano più un senso nella vita. Con questo non volgio dire che sono giustificabili, ma dovremmo fermarci a riflettere sul perché e non solo guardare il cosa.
La faccenda del petrolio certo, è importante, ma non è solo quello. In Cecenia si estrae solo una minima parte del greggio russo e non si può limitare una guerra a quello.
Ma tutti continuano a stare zitti, nessuno si rende conto della guerra che stiamo vivendo fuori dalle nostre porte, in Europa. Grozny è la città più bombardata del XX secolo! Questo ci dovrebbe far riflettere.
Il silenzio che ci portiamo appresso in questa faccenda è la prima arma contro i ceceni ed è la prima bomba nelle mani dei terroristi. Il Piano Akhmadov è solo la punta dell'iceberg per una soluzione, ma è qualcosa. Firmatelo!
(0) commenti
Sono essere umani, che da un secolo stanno vivendo un genocidio da parte del potere russo. Sono persone che hanno come unica colpa il fatto di essere la valvola di sfogo di un esercito arrivato allo scatafascio, quello russo. Un presidente che era capo del KGB e che per dare un senso a quei generali e soldati che avrebbero perso il lavoro dopo la caduta del muro, si è inventato una guerra, ormai civile.
Ci stupiamo dei terroristi, delle donne terroriste, ma sono due aspetti totalmente diversi. Il terrorismo ceceno non è un terrorismo di "Partigiani" come ha detto Pannella sull'assalto del teatro di Mosca. Io credo che finché vigerà il regime di guerra, in quel territorio non esisterà l'ordine e la legalità, ma solo violenza, mafia e terrrorismo.
Le donne non sono comparabili alle donne kamikaze palestinesi, perché non sono suicidi di carattere religioso o fanatico, ma sono vedove bianche, che hanno perso tutto: la casa, i figli, il marito, il padre, hanno subito violenze di ogni tipo e non trovano più un senso nella vita. Con questo non volgio dire che sono giustificabili, ma dovremmo fermarci a riflettere sul perché e non solo guardare il cosa.
La faccenda del petrolio certo, è importante, ma non è solo quello. In Cecenia si estrae solo una minima parte del greggio russo e non si può limitare una guerra a quello.
Ma tutti continuano a stare zitti, nessuno si rende conto della guerra che stiamo vivendo fuori dalle nostre porte, in Europa. Grozny è la città più bombardata del XX secolo! Questo ci dovrebbe far riflettere.
Il silenzio che ci portiamo appresso in questa faccenda è la prima arma contro i ceceni ed è la prima bomba nelle mani dei terroristi. Il Piano Akhmadov è solo la punta dell'iceberg per una soluzione, ma è qualcosa. Firmatelo!
(0) commenti
giovedì, novembre 06, 2003
Brigatiste tra cucina e bar dello Sport. Ieri sera, nella preparazione di una pasta al forno e scamorza col pomodoro, con la coda dell'occhio e con le orecchie tirate verso il salotto, ho ascoltato Otto e Mezzo, la trasmissione di Ferrara su La 7 condotta con Barbara Palombelli.
La 7 è di certo e di gran lunga la tv che fa la differenza, ma ieri sera… l'apoteosi del retorico, la magnificenza della sociologia da bar dello sport!
L'argomento in discussione era «le donne brigatiste», credo, tra pubblico e privato, tra clandestinità e vita pseudo-normale. La palla, da subito, è stata presa dalla Palombelli, che devo ammettere, televisivamente non mi piace, non mi piace il suo ritmo e nemmeno la sua faccia, mi ricorda vagamente la Annunziata. Comunque, al di là della forma, i contenuti erano proprio poveri: il dibattito si è sviluppato sulle conseguenze che la vita dei brigatisti ha sulla vita dei futuri figli e di come la vita in carcere dei primi avesse cambiato radicalmente il proprio atteggiamento, fino ad arrivare (quello è stato il momento clu) al fatto che alcune persone che hanno partecipato attivamente alla lotta armata degli anni '70, continuano ancora oggi a vivere in uno stato di clandestinità nei confronti della famiglia e della società, addirittura senza rivelare a nessuno la loro passata identità, con conseguenti sensi di colpa e cadute psicologiche. Come dire: Ma perché non andate in giro con un cartello con su scritto "Ero brigatista"? Mamma mia…. A RIDATECE LERNEEEEER!
(0) commenti
La 7 è di certo e di gran lunga la tv che fa la differenza, ma ieri sera… l'apoteosi del retorico, la magnificenza della sociologia da bar dello sport!
L'argomento in discussione era «le donne brigatiste», credo, tra pubblico e privato, tra clandestinità e vita pseudo-normale. La palla, da subito, è stata presa dalla Palombelli, che devo ammettere, televisivamente non mi piace, non mi piace il suo ritmo e nemmeno la sua faccia, mi ricorda vagamente la Annunziata. Comunque, al di là della forma, i contenuti erano proprio poveri: il dibattito si è sviluppato sulle conseguenze che la vita dei brigatisti ha sulla vita dei futuri figli e di come la vita in carcere dei primi avesse cambiato radicalmente il proprio atteggiamento, fino ad arrivare (quello è stato il momento clu) al fatto che alcune persone che hanno partecipato attivamente alla lotta armata degli anni '70, continuano ancora oggi a vivere in uno stato di clandestinità nei confronti della famiglia e della società, addirittura senza rivelare a nessuno la loro passata identità, con conseguenti sensi di colpa e cadute psicologiche. Come dire: Ma perché non andate in giro con un cartello con su scritto "Ero brigatista"? Mamma mia…. A RIDATECE LERNEEEEER!
(0) commenti
mercoledì, novembre 05, 2003
Degno di essere riportato, per l'umorismo, la cronaca e l'intelligenza di spirito. Da rosanelpugno Alias Rocco
Era sicuro. Sapeva già come calciare. Si chiamava Ciccio do Nascimiento de Mestier*. Non è stato il rigore più lungo del mondo. Lui non era Constante Gauna e in porta non c’era el Gato Dìaz. Cinque minuti e via. Ma lui lo aspettava da anni. Ha colpito. Forte. Molto forte. Ha tirato per fare rumore, non per segnare. E per fare rumore non c’è altro modo. Mirare la palla, colpire la palla, e tirare con quanta più forza puntando la traversa. La zolla del dischetto per la forza impressa è saltata a mo’ di rinculo e la palla ha fatto risuonare la vibrazione dei legni che compongono la porta. Deeennn. La sfera a quel punto è tornata indietro e ha colpito chi voleva far vincere. Mai rigore fu tanto autolesionista. Però tutti si sono divertiti, anche lui. Si narra che col ghigno suo solito tornando in panchina avrebbe detto: “hihihi, ho tirato forte, vero?”. *Personaggio liberamente tratto dal film “Congresso atto II" (0) commenti
Era sicuro. Sapeva già come calciare. Si chiamava Ciccio do Nascimiento de Mestier*. Non è stato il rigore più lungo del mondo. Lui non era Constante Gauna e in porta non c’era el Gato Dìaz. Cinque minuti e via. Ma lui lo aspettava da anni. Ha colpito. Forte. Molto forte. Ha tirato per fare rumore, non per segnare. E per fare rumore non c’è altro modo. Mirare la palla, colpire la palla, e tirare con quanta più forza puntando la traversa. La zolla del dischetto per la forza impressa è saltata a mo’ di rinculo e la palla ha fatto risuonare la vibrazione dei legni che compongono la porta. Deeennn. La sfera a quel punto è tornata indietro e ha colpito chi voleva far vincere. Mai rigore fu tanto autolesionista. Però tutti si sono divertiti, anche lui. Si narra che col ghigno suo solito tornando in panchina avrebbe detto: “hihihi, ho tirato forte, vero?”. *Personaggio liberamente tratto dal film “Congresso atto II" (0) commenti
martedì, novembre 04, 2003
Ha un nome, si chiama Bogie, ormai è definitivo, non si può più tornare indietro! E' duro da accettare, lo so, ma così è stato sentenziato! Mamma e Franco (nella foto) hanno così decretato e il nuovo cane avrà il nome che in termini golfistici significa "uno sopra il par alla buca". Avrei dovuto rendere lo scrutinio pubblico e avanzare richieste e suggerimenti, in fondo è il primo cane (che mai abbia avuto) che nasce come cane da blog, quindi era giusto che rendessi partecipi tutti... e ora ne pagherò le conseguenze, destinata a chiamare questo cane BOGIE!
ps: Per i curiosi... nella foto sono Franco (il compagno di mamma), mamma e Bogie in cucina, dopo la cena di compleanno di David a casa di mamma a Verona, precisamente in cucina.
(0) commenti
ps: Per i curiosi... nella foto sono Franco (il compagno di mamma), mamma e Bogie in cucina, dopo la cena di compleanno di David a casa di mamma a Verona, precisamente in cucina.
(0) commenti
lunedì, novembre 03, 2003
Secondo Congresso di Radicali Italiani - Grazie, grazie prima di tutto a Benedetto, che ha avuto la forza di andare fino in fondo, che ha tirato fuori i denti e la grinta, nel momento più inaspettato della storia recente radicale.
Pensavo di andare al congresso e di votare Cappato, pensavo che Daniele non avrebbe avuto più chance e poi il primo giorno l'inaspettato: "Se il Congresso lo riterrà opportuno, sono pronto a candidarmi a Segretario", queste le parole di Benedetto, che in poco tempo ha acceso il cuore di molti e fatto saltare sulla sedia molti altri.
Tre giorni per pensarci, ritirarsi, mediare, trovare una soluzione, un compromesso, ma no, niente, Benedetto è andato avanti con la sua linea, presentando una mozione, una lista di candidati per il Comitato e la possibile candidatura, con in serbo un tesoriere pronto a prendere il posto di Quinto.
Il consenso era ampio, gli applausi fragorosi: standig ovations, silenzio alle sue parole, facce preoccupate e occhi speranzosi. Questi sono stati i 4 giorni all'Ergife, dal primo all'ultimo col fiato sospeso.
Poi arriva Marcone, che accusa Benedetto di fare una politica del "nulla", di "emettere silenzio", dice che Radicali Italiani è solo un'associazione e che se Benedetto verrà eletto, lui se ne andrà e con sè porterà tutto il resto, come dire "tenetevi l'associazione, tanto il resto è tutto mio".
La situazione quindi cambia, molti congressisti sentono la responsabilità di questo voto, non vogliono perdere Pannella e non vogliono andare contro le sue indicazioni. Anche la Bonino vota per la mozione Capezzone, ma poi dice "Marco, non mi sei piaciuto" e si alza e se ne va. Dovremo fare ancora a meno di lei.
Io nel mio piccolo ho cercato di essere coerente, con le mie idee e con le mie posizioni. Benedetto mi ha convinto - mi convince da sempre - e credo che la sua non fosse una posizione superficiale, ma che indicasse degli obiettivi precisi, il primo: riportare Emma.
Mi sono candidata nella sua lista, ho votato per la sua mozione, nonostante gli occhi vigili di tutti, primo in testa Pannella, che quasi mi ha definito come traditrice, mettendo in discussione il fatto che ero una delle scrutinatrici per il voto cartaceo.
Ho preso coraggio e mi sono esposta, nonostante sapessi che questo andava contro di me, ma Benedetto mi ha dato il coraggio di farlo: "se lo fa lui lo posso fare anch'io" e ora ne sono felice.
Della Vedova non è stato eletto segretario, ma esce da questo Congresso come il vincitore, per il carattere dimostrato, per aver fatto vivere a tutti un bel congresso. per aver portato a galla molti problemi e per aver dimostrato che c'è ancora vita nel Partito, che c'è ancora qualcuno che ci crede, che crede negli obiettivi e nella politica radicale. Quindi, grazie Benedetto, ancora una volta.
(0) commenti
Pensavo di andare al congresso e di votare Cappato, pensavo che Daniele non avrebbe avuto più chance e poi il primo giorno l'inaspettato: "Se il Congresso lo riterrà opportuno, sono pronto a candidarmi a Segretario", queste le parole di Benedetto, che in poco tempo ha acceso il cuore di molti e fatto saltare sulla sedia molti altri.
Tre giorni per pensarci, ritirarsi, mediare, trovare una soluzione, un compromesso, ma no, niente, Benedetto è andato avanti con la sua linea, presentando una mozione, una lista di candidati per il Comitato e la possibile candidatura, con in serbo un tesoriere pronto a prendere il posto di Quinto.
Il consenso era ampio, gli applausi fragorosi: standig ovations, silenzio alle sue parole, facce preoccupate e occhi speranzosi. Questi sono stati i 4 giorni all'Ergife, dal primo all'ultimo col fiato sospeso.
Poi arriva Marcone, che accusa Benedetto di fare una politica del "nulla", di "emettere silenzio", dice che Radicali Italiani è solo un'associazione e che se Benedetto verrà eletto, lui se ne andrà e con sè porterà tutto il resto, come dire "tenetevi l'associazione, tanto il resto è tutto mio".
La situazione quindi cambia, molti congressisti sentono la responsabilità di questo voto, non vogliono perdere Pannella e non vogliono andare contro le sue indicazioni. Anche la Bonino vota per la mozione Capezzone, ma poi dice "Marco, non mi sei piaciuto" e si alza e se ne va. Dovremo fare ancora a meno di lei.
Io nel mio piccolo ho cercato di essere coerente, con le mie idee e con le mie posizioni. Benedetto mi ha convinto - mi convince da sempre - e credo che la sua non fosse una posizione superficiale, ma che indicasse degli obiettivi precisi, il primo: riportare Emma.
Mi sono candidata nella sua lista, ho votato per la sua mozione, nonostante gli occhi vigili di tutti, primo in testa Pannella, che quasi mi ha definito come traditrice, mettendo in discussione il fatto che ero una delle scrutinatrici per il voto cartaceo.
Ho preso coraggio e mi sono esposta, nonostante sapessi che questo andava contro di me, ma Benedetto mi ha dato il coraggio di farlo: "se lo fa lui lo posso fare anch'io" e ora ne sono felice.
Della Vedova non è stato eletto segretario, ma esce da questo Congresso come il vincitore, per il carattere dimostrato, per aver fatto vivere a tutti un bel congresso. per aver portato a galla molti problemi e per aver dimostrato che c'è ancora vita nel Partito, che c'è ancora qualcuno che ci crede, che crede negli obiettivi e nella politica radicale. Quindi, grazie Benedetto, ancora una volta.
(0) commenti