giovedì, novembre 13, 2003
Ormai ho le valige in spalla. Il freddo nord mi guarda, dall'alto mi porge una mano e mi dice "vieni con me". Oggi sono tutti a Bruxelles per un convegno sull'Europa, io invece sono rimasta a lavorare e con Manuela stiamo in questa stanza buia, con una piccola finestra che fa entrare poca luce, la porta che non si riesce mai a chiudere, il freddo che entra dalle scale, e per una volta senza la cappa di fumo di sigaretta che già ha invaso la stanza alle 10.00 della mattina.
Fa freddo, più che altro c'è umido e il poco freddo che c'è entra nelle ossa. Ma qui non è dato lamentarsi, perché abbiamo tutti scelto di starci ed è già tanto se ci danno lo stipendio. Quindi ci dobbiamo accontentare di una stufetta elettrica che abbiamo ottenuto perché l'anno scorso per qualche mese la ex fidanzata del super-capo ha lavorato in questa stanza. Poi si sono lasciati, a noi è rimasta la stufa, ma lei ha non sta più qui, ha mantenuto solo il primo lavoro e non viene più pagata per non fare niente, ma solo quando fa qualcosa. Ora lui si sposa, con un'altra, una cantante lirica che sembra una bambola di porcellana. Avranno cinque figli e l'ultimo si chiamerà Quinto. Comunque, auguri al futuro sposo.
Tornando alla stanza di lavoro. Da poco io ho anche una lampada tutta per me, rubata dal magazzino dell'archivio cartaceo. Non mi sto lamentando, sto solo gustando queste cose che piano piano mi stanno scivolando di dosso, me le sto in un certo senso scrostando, con malinconia scopro che non mi appartengono più e che la mia strada si sta scegliendo da sola, senza che io faccia niente. Non sono affranta, né sconsolata, né arrabbiata. Per una volta sto in pace e sono serena. Gli amici che ci sono oggi rimarranno e io farò la vita per cui sono stata destinata, senza sforzare niente.
Ieri sera ero al telefono con mia madre e le stavo parlando di questa mia sensazione, del voler tornare al nord, vicino alla mia famiglia. La prima domanda che mi ha fatto era se stavo da sola in casa, se Michele era fuori. Le ho risposto "no perché?" e lei "ma, parli così tranquillamente di una cosa che vi porterebbe lontani". Semplicemente la capisce, mi capisce, mi guarda negl'occhi e sente quello che provo e con la libertà dell'amore non mi lascia, ma mi lascia scegliere, senza condizioni.
Tutto sta diventando improvvisamente semplice, da quando non ho più la paura di dover essere qualcosa, ma ho il progetto di voler essere solo felice.
Fa freddo, più che altro c'è umido e il poco freddo che c'è entra nelle ossa. Ma qui non è dato lamentarsi, perché abbiamo tutti scelto di starci ed è già tanto se ci danno lo stipendio. Quindi ci dobbiamo accontentare di una stufetta elettrica che abbiamo ottenuto perché l'anno scorso per qualche mese la ex fidanzata del super-capo ha lavorato in questa stanza. Poi si sono lasciati, a noi è rimasta la stufa, ma lei ha non sta più qui, ha mantenuto solo il primo lavoro e non viene più pagata per non fare niente, ma solo quando fa qualcosa. Ora lui si sposa, con un'altra, una cantante lirica che sembra una bambola di porcellana. Avranno cinque figli e l'ultimo si chiamerà Quinto. Comunque, auguri al futuro sposo.
Tornando alla stanza di lavoro. Da poco io ho anche una lampada tutta per me, rubata dal magazzino dell'archivio cartaceo. Non mi sto lamentando, sto solo gustando queste cose che piano piano mi stanno scivolando di dosso, me le sto in un certo senso scrostando, con malinconia scopro che non mi appartengono più e che la mia strada si sta scegliendo da sola, senza che io faccia niente. Non sono affranta, né sconsolata, né arrabbiata. Per una volta sto in pace e sono serena. Gli amici che ci sono oggi rimarranno e io farò la vita per cui sono stata destinata, senza sforzare niente.
Ieri sera ero al telefono con mia madre e le stavo parlando di questa mia sensazione, del voler tornare al nord, vicino alla mia famiglia. La prima domanda che mi ha fatto era se stavo da sola in casa, se Michele era fuori. Le ho risposto "no perché?" e lei "ma, parli così tranquillamente di una cosa che vi porterebbe lontani". Semplicemente la capisce, mi capisce, mi guarda negl'occhi e sente quello che provo e con la libertà dell'amore non mi lascia, ma mi lascia scegliere, senza condizioni.
Tutto sta diventando improvvisamente semplice, da quando non ho più la paura di dover essere qualcosa, ma ho il progetto di voler essere solo felice.
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