lunedì, novembre 03, 2003
Secondo Congresso di Radicali Italiani - Grazie, grazie prima di tutto a Benedetto, che ha avuto la forza di andare fino in fondo, che ha tirato fuori i denti e la grinta, nel momento più inaspettato della storia recente radicale.
Pensavo di andare al congresso e di votare Cappato, pensavo che Daniele non avrebbe avuto più chance e poi il primo giorno l'inaspettato: "Se il Congresso lo riterrà opportuno, sono pronto a candidarmi a Segretario", queste le parole di Benedetto, che in poco tempo ha acceso il cuore di molti e fatto saltare sulla sedia molti altri.
Tre giorni per pensarci, ritirarsi, mediare, trovare una soluzione, un compromesso, ma no, niente, Benedetto è andato avanti con la sua linea, presentando una mozione, una lista di candidati per il Comitato e la possibile candidatura, con in serbo un tesoriere pronto a prendere il posto di Quinto.
Il consenso era ampio, gli applausi fragorosi: standig ovations, silenzio alle sue parole, facce preoccupate e occhi speranzosi. Questi sono stati i 4 giorni all'Ergife, dal primo all'ultimo col fiato sospeso.
Poi arriva Marcone, che accusa Benedetto di fare una politica del "nulla", di "emettere silenzio", dice che Radicali Italiani è solo un'associazione e che se Benedetto verrà eletto, lui se ne andrà e con sè porterà tutto il resto, come dire "tenetevi l'associazione, tanto il resto è tutto mio".
La situazione quindi cambia, molti congressisti sentono la responsabilità di questo voto, non vogliono perdere Pannella e non vogliono andare contro le sue indicazioni. Anche la Bonino vota per la mozione Capezzone, ma poi dice "Marco, non mi sei piaciuto" e si alza e se ne va. Dovremo fare ancora a meno di lei.
Io nel mio piccolo ho cercato di essere coerente, con le mie idee e con le mie posizioni. Benedetto mi ha convinto - mi convince da sempre - e credo che la sua non fosse una posizione superficiale, ma che indicasse degli obiettivi precisi, il primo: riportare Emma.
Mi sono candidata nella sua lista, ho votato per la sua mozione, nonostante gli occhi vigili di tutti, primo in testa Pannella, che quasi mi ha definito come traditrice, mettendo in discussione il fatto che ero una delle scrutinatrici per il voto cartaceo.
Ho preso coraggio e mi sono esposta, nonostante sapessi che questo andava contro di me, ma Benedetto mi ha dato il coraggio di farlo: "se lo fa lui lo posso fare anch'io" e ora ne sono felice.
Della Vedova non è stato eletto segretario, ma esce da questo Congresso come il vincitore, per il carattere dimostrato, per aver fatto vivere a tutti un bel congresso. per aver portato a galla molti problemi e per aver dimostrato che c'è ancora vita nel Partito, che c'è ancora qualcuno che ci crede, che crede negli obiettivi e nella politica radicale. Quindi, grazie Benedetto, ancora una volta.
Pensavo di andare al congresso e di votare Cappato, pensavo che Daniele non avrebbe avuto più chance e poi il primo giorno l'inaspettato: "Se il Congresso lo riterrà opportuno, sono pronto a candidarmi a Segretario", queste le parole di Benedetto, che in poco tempo ha acceso il cuore di molti e fatto saltare sulla sedia molti altri.
Tre giorni per pensarci, ritirarsi, mediare, trovare una soluzione, un compromesso, ma no, niente, Benedetto è andato avanti con la sua linea, presentando una mozione, una lista di candidati per il Comitato e la possibile candidatura, con in serbo un tesoriere pronto a prendere il posto di Quinto.
Il consenso era ampio, gli applausi fragorosi: standig ovations, silenzio alle sue parole, facce preoccupate e occhi speranzosi. Questi sono stati i 4 giorni all'Ergife, dal primo all'ultimo col fiato sospeso.
Poi arriva Marcone, che accusa Benedetto di fare una politica del "nulla", di "emettere silenzio", dice che Radicali Italiani è solo un'associazione e che se Benedetto verrà eletto, lui se ne andrà e con sè porterà tutto il resto, come dire "tenetevi l'associazione, tanto il resto è tutto mio".
La situazione quindi cambia, molti congressisti sentono la responsabilità di questo voto, non vogliono perdere Pannella e non vogliono andare contro le sue indicazioni. Anche la Bonino vota per la mozione Capezzone, ma poi dice "Marco, non mi sei piaciuto" e si alza e se ne va. Dovremo fare ancora a meno di lei.
Io nel mio piccolo ho cercato di essere coerente, con le mie idee e con le mie posizioni. Benedetto mi ha convinto - mi convince da sempre - e credo che la sua non fosse una posizione superficiale, ma che indicasse degli obiettivi precisi, il primo: riportare Emma.
Mi sono candidata nella sua lista, ho votato per la sua mozione, nonostante gli occhi vigili di tutti, primo in testa Pannella, che quasi mi ha definito come traditrice, mettendo in discussione il fatto che ero una delle scrutinatrici per il voto cartaceo.
Ho preso coraggio e mi sono esposta, nonostante sapessi che questo andava contro di me, ma Benedetto mi ha dato il coraggio di farlo: "se lo fa lui lo posso fare anch'io" e ora ne sono felice.
Della Vedova non è stato eletto segretario, ma esce da questo Congresso come il vincitore, per il carattere dimostrato, per aver fatto vivere a tutti un bel congresso. per aver portato a galla molti problemi e per aver dimostrato che c'è ancora vita nel Partito, che c'è ancora qualcuno che ci crede, che crede negli obiettivi e nella politica radicale. Quindi, grazie Benedetto, ancora una volta.
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