giovedì, aprile 29, 2004
LA SOGLIA DI AGGRESSIVITA’. Avete presente quelle mattine in cui ti dici: “Spacco tutto!”. Quante persone che incontriamo nella strada dal lavoro a casa e da casa al lavoro sono in quello stato d’animo? Per esempio, ieri sera stavo tornando a casa in bicicletta e ho imboccato una via in contro senso. Alla fine della via spunta una macchina, che era passata evidentemente col rosso, che io avevo già visto e quindi non era possibile che qualcuno imboccasse la strada. Lui è passato col rosso e io ero in contro senso, quindi eravamo entrambi “fuorilegge”. Io gli ho gridato “Ma no vedi?! E’ rosso!!” e lui, di tutta risposta, mi ha detto “Ambescilleeee, nu lo vedo che stai ‘n controsenzo?!!”. La questione non è chi ha ragione o torto, ma chi riesce ad avere l’atteggiamento più aggressivo che faccia passare dalla parte della ragione. Ma il punto vero è che una scena di questo genere può letteralmente cambiare la giornata di una persona e far crescere l’aggressività al di là della soglia media giornaliera. Il punto è che nessuno conosce le regole, e questa ignoranza personale è proiettata sugl’altri, per cui, se io non conosco gl’altri lo sanno e io invece devo far finta di saperlo e fare in modo di avere ragione. E’ preoccupante, ma questo ne va - oltre che delle solite banali analisi sociologiche sull’ignoranza, la pigrizia intellettuale, etc. – della e delle giornate di intere persone, che arrivano al lavoro già di cattivo umore e passano la giornata ad avere la soglia di aggressività già troppo sopra la media e così quando si torna a casa, per cui facciamo sentire in colpa qualcuno per cose che non ha fatto e comincia la serie infinita di “Cos’hai? Ti ho fatto qualcosa? Perché sei così? Ti è successo qualcosa?” etc. Insomma, bisogna fare qualcosa per abbassare la soglia consentita di aggressività, e la maniera migliore è cercare di cominciare a lavorare su noi stessi, rispettando le regole che conosciamo e andando a studiare quelle che ignoriamo e magari parlando al nostro conosciuto-sconosciuto, con un sorriso in più!
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mercoledì, aprile 28, 2004
VARIAZIONE ALLA SCADENZA. La tesoriera-coordinatrice Rita è arrivata annunciando di aver avuto una grande idea, io la metto al vaglio della community: tutti i radicali di Torre Argentina, per le prossime 7 settimane, si trasferiscono al partito e saranno monitorati 24 ore su 24 da telecamere, tipo Grande Fratello, ma si chiamerà “Il Grande Radicale” (n.d.r.). I telefoni sottocontrollo e le linee aperte a tutti, le brandine in salone con un telefono sul comodino di ogni brandina. Ci sarà un budget settimanale e delle prove settimanali che il Grande Radicale (Pannella) metterà in gioco di volta in volta (tipo il layout della campagna, lo slogan, …) e se non si supera la prova si digiuna. Tutto trasmesso via internet, naturalmente aperto alle telecamere delle televisioni di ogni emittente.
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martedì, aprile 27, 2004
SCADENZE 2. Sulle ante dell’armadio che vedo appena volto lo sguardo è stato appeso un pannello che segna la scadenza prima delle elezioni. E’ un pannello bianco, con appiccicati 7 fogli, ognuno equivale ad una settimana ed è suddiviso per giorni. Per ora è bianco…
Per le prossime 7 settimane, ormai 6 e mezzo, la vita di tutti i radicali che lavorano a Torre Argentina sarà traslocata qua dentro. Prepariamo i pigiami, gli spazzolini da denti e il guardaroba, con la speranza che la temperatura non cambi troppo, perché le giornate che ci aspettano sono segnate dal count down.
Esperti di marketing, di comunicazione e di pubblicità si affacciano giornalmente alla nostra porta e non possiamo fare a meno di ascoltarli. Dal più clerico conservatore che vuole lanciare il messaggio buonista per la famiglia stile Mulino Bianco, la casalinga che fa le pulizie con i tacchi a spillo e ha le unghie perfette, al rivoluzionario che sarebbe pronto ad armarsi e partire per salvare tutti i popoli oppressi del mondo… intanto tutti urlano e tutti corrono e i giorni passano… Qua uscimm’ tutti pazz’!
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Per le prossime 7 settimane, ormai 6 e mezzo, la vita di tutti i radicali che lavorano a Torre Argentina sarà traslocata qua dentro. Prepariamo i pigiami, gli spazzolini da denti e il guardaroba, con la speranza che la temperatura non cambi troppo, perché le giornate che ci aspettano sono segnate dal count down.
Esperti di marketing, di comunicazione e di pubblicità si affacciano giornalmente alla nostra porta e non possiamo fare a meno di ascoltarli. Dal più clerico conservatore che vuole lanciare il messaggio buonista per la famiglia stile Mulino Bianco, la casalinga che fa le pulizie con i tacchi a spillo e ha le unghie perfette, al rivoluzionario che sarebbe pronto ad armarsi e partire per salvare tutti i popoli oppressi del mondo… intanto tutti urlano e tutti corrono e i giorni passano… Qua uscimm’ tutti pazz’!
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giovedì, aprile 22, 2004
SCADENZE. Da esattamente 5 mesi non vedo mio padre. Non è che viviamo all’altro capo del mondo, solo che non c’è mai stata occasione di incontrarsi. Le telefonate sono spesso formali e una la fotocopia dell’altra e spesso, quando sono io a chiamarlo, è perché ho bisogno di qualcosa, o perché ho trovato qualche bando regionale che potrebbe salvargli l’azienda. Ora, mi è scaduta la carta d’identità e io dovrei andare a Vicenza, dove sono residente, a casa di mio padre, dove però da ormai parecchio tempo non metto più piede. Per un certo periodo sono stata quasi bandita, per cui se per caso passavo con la macchina lì sotto, mio padre mi diceva che sarebbe sceso a prendere un aperitivo, che era meglio vedersi giù. Poi c’è stato il perdono e sono stata riabilitata e ora, previo avviso, sono di nuovo ammessa. Quindi, tornando al mio problema, mi è scaduta la carta d’identità e le soluzioni potrebbero essere svariate. Andare a Vicenza e rifarla, per cui dovrei chiedere a mio padre di alloggiare da lui – loro – perché l’anagrafe è aperta solo la mattina (la vedo ardua); cambiare residenza a casa di mia madre a Verona (più facile: da prendere in considerazione); andare al Comune di Roma e chiedere il nullaosta per fare il documento qui (mi serve qualcuno da corrompere perché i nullaosta li danno solo per casi gravissimi); cambiare residenza a Roma (dovrei poi affrontare una spesa quasi raddoppiata per l’assicuazione della macchiNa: mmm, no!). Altre soluzioni non ne ho, comunque ognuna mi sembra complicata… Credo che la cosa più semplice sia andare in Questura e farmi rifare il passaporto e rinunciare alla carta d’identità.
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mercoledì, aprile 21, 2004
Questa mattina Roma si è svegliata così
e il mio blog cambia veste: diventa gaia-a-primavera... (0) commenti
martedì, aprile 20, 2004
Non sono una di quelle che pensa che la coerenza sia un valore, anzi. Se uno cambia idea, significa spesso che è venuto a conoscenza di altri elementi, che è venuto a contatto con altri modi di pensare che magari lo convincono di più. Ma c’è una cosa che non sopporto, quando uno non è coerente solo per convenienza e si attacca come un mollusco ad uno scoglio a seconda delle maree. Se c’è qualcosa che non mi ha convinto di una persona, cerco di fare di tutto per sfatare questa mia non-convinzione, magari cercando un dialogo con lui, o se non ci riesco, con chi sta dalla sua parte. I problemi che ci sono per Radicali Italiani c’erano anche qualche mese fa, quando già si sapeva che davanti c’erano le elezioni e una probabile campagna referendaria. Ora, io non sopporto chi non è stato capace di difendere e di prendere posizione dalla parte del segretario oggi, come aveva fatto allora. Bastava ripetere una di quelle ragioni e non ne ho sentita nessuna! Ma magari non ho elementi sufficienti per poter giudicare, anche se poi lo faccio...
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lunedì, aprile 19, 2004
MEZZAPIOTTA. Oggi è il compleanno di Adriano, detto il Mezzapiotta. Ieri lo abbiamo festeggiato… la giornata è andata più o meno così. In tarda mattinata ricevo una telefonata dal Mezzapiotta che mi chiede se posso prenotare dal Baffo a Maccarese. Non ho il numero e comunque non si può prenotare. Appuntamento alle otto e mezza al pub. Alle nove ci siamo tutti: Ciccio, Giada, Daniele, Monica, Michele, Tarta, Mezzapiotta e io. Siamo arrivati dal Baffo e abbiamo subito trovato un tavolo. Dopo poco arriva il turno del numero 42 e Ciccio si alza per andare ad ordinare la carne. La cena è passata allegramente, tra un bicchiere di vino e l’altro, le costate di brontosauro sanguinanti nei piatti, caffè, ammazzacaffè e conto. Il conto… arriva il fogliettino bianco e Adriano (non ancora Mazzapiotta), lo prende direttamente dalle mani del cameriere lasciando intuire che avrebbe pagato lui. Dà uno sguardo all’ultima riga, sgrana gl’occhi e afferma:”Io metto 35 euro, il resto lo dividete”. Il conto era di 191,00 euro, meno 35, diviso sette a testa!!! Non ha pagato lui e in più sono avanzati 5,00 che gli abbiamo prontamente consegnato (perchè aveva messo di più) e afferma: “Vi offro qualcosa da bere al pub”. Ok ci sta pure, così, prendendolo in giro, ci siamo diretti all’uscita, ma non è finita… Adriano si ferma al bancone del bar e dice “Vi offro l’amaro”, così ordiniamo 7 amari e Adriano paga… ma c’è un problema… il barista:”Aho, te sei sbajato… questa nun vale, è ‘na pezza piotta!”. Perplessi guardiamo la moneta: era un residuo delle vecchie 500 lire, date al posto dei 2 euro…!! Mezzapiotta voleva purciarare anche sull’amaro che offriva e guadagnarci!!! Naturalmente, quando siamo arrivati al pub, Mezzapiotta era stanco e se n’è andato a casa, lasciando tutti a boccasciutta! AUGURI ADRIANO, TI VOGLIAMO BENE COMUNQUE!!
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giovedì, aprile 15, 2004
Leggo sul forum di radicali.it delle cose sconcertanti (in merito alla trasmissione di vespa di ieri)…
Mamma mia!!! Non ho mai letto tanta retorica in tutta la mia vita in uno spazio così ristretto di parole:
"dolore vero"
"sciagura nazionale" che, udite udite, "deve ancora arrivare"
"in Iraq la gente muore per una guerra che non si vuole confessare"
Sembra di essere ad una riunione di girotondini!
Ma scusate… io ieri sera ho visto la puntata di Porta a Porta e mi sembra di aver capito che la Farnesina avesse provveduto ad informare la famiglia prima di dare la notizia, o sbaglio!
E poi credo che non si possa fare della retorica da bar dello sport su questi argomenti, è come urlare in piazza "Pace", ma cosa significa pace? Stiamo parlando di altro!
Non si tratta di dover confessare o meno che siamo in guerra, si tratta di trovare una soluzione, militare e politica, ma soprattutto politica e non è andandosene ora dall'Iraq che si risolvono le cose. Non basta indignarsi e sbattere la porta, è necessario ragionare e non si aiutano le persone che sono state mandate in missione semplicemente dicendo "Questa è una guerra, fatta solo per spartirsi la torta!" "Andiamocene". No! Non è responsabile e non lo è nemmeno nei confronti degli Iraqueni, che, come ha detto la Bonino a 8 1/2 proprio ieri sera, hanno paura che noi ce ne andiamo e io di lei, se permettete, mi fido molto di più che della classe politica italiana che non muove il sedere da quelle poltrone se non per andare una volta al mese a Strasburgo e che dai banchi del Parlamento urla traditori o non sa prendere posizione!
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Mamma mia!!! Non ho mai letto tanta retorica in tutta la mia vita in uno spazio così ristretto di parole:
"dolore vero"
"sciagura nazionale" che, udite udite, "deve ancora arrivare"
"in Iraq la gente muore per una guerra che non si vuole confessare"
Sembra di essere ad una riunione di girotondini!
Ma scusate… io ieri sera ho visto la puntata di Porta a Porta e mi sembra di aver capito che la Farnesina avesse provveduto ad informare la famiglia prima di dare la notizia, o sbaglio!
E poi credo che non si possa fare della retorica da bar dello sport su questi argomenti, è come urlare in piazza "Pace", ma cosa significa pace? Stiamo parlando di altro!
Non si tratta di dover confessare o meno che siamo in guerra, si tratta di trovare una soluzione, militare e politica, ma soprattutto politica e non è andandosene ora dall'Iraq che si risolvono le cose. Non basta indignarsi e sbattere la porta, è necessario ragionare e non si aiutano le persone che sono state mandate in missione semplicemente dicendo "Questa è una guerra, fatta solo per spartirsi la torta!" "Andiamocene". No! Non è responsabile e non lo è nemmeno nei confronti degli Iraqueni, che, come ha detto la Bonino a 8 1/2 proprio ieri sera, hanno paura che noi ce ne andiamo e io di lei, se permettete, mi fido molto di più che della classe politica italiana che non muove il sedere da quelle poltrone se non per andare una volta al mese a Strasburgo e che dai banchi del Parlamento urla traditori o non sa prendere posizione!
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martedì, aprile 13, 2004
MOAK RUE… Avevo qualche dubbio, ma non ne ero ancora convinta. Pensavo che qualche briciolo di razionalità, di strategia, di politichese ci fosse. E invece no, probabilmente mi sono sbagliata. Il Saibaba radicale italiano è tra noi ed è pure legittimato dalla tv pubblica e privata, dai politici di professione e da quelli di convenienza, dalla classe dei giornalisti-intellettuali, dagli adepti più stretti e dal popolino. “Gesù è risorto!”. Così Costanzo ha fatto il botto ed è riuscito ad incassare uno share da far rabbrividire Bonolis e la sua “Domenica In”. Perché è questo l’unico scopo: plagiare la tv tutta per riuscire ad educare gli spettatori a programmi alla De Filippi: “Piange? Grandioso, questo mi farà alzare gli ascolti”. La tv da Soap Opera: Ridge e Brook come Costantino e Alessandra… ma non adiamo nel banale e nel retorico, o per lo meno non troppo. Qui c’è un uomo che ha rischiato la vita! Un uomo che per la vita del diritto è disposto a dare la propria esistenza, con l’arma della nonviolenza! Qui c’è un uomo che ha salvato milioni di vite sulle montagne del Vietnam, o che per lo meno ci prova! C’è un uomo che vestito di nero, con un colletto bianco e con l’aria da santone, è arrivato piangendo da Costanzo ad urlare in lingua Degar che Gesù è risorto! Non so come spiegare quello che ho visto, ma ho rabbrividito. Cosa può fare un uomo? Fino a che punto può arrivare la propria convinzione di se stessi? Ma secondo voi, pure Gesù Cristo era così invasato?
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venerdì, aprile 09, 2004
LE IENE. Adesso… non perché io sia chissà chi, ma l'ho appena accennato e non capisco perché fa brutto ribadire sempre le stesse cose e perché uno rompe le palle se racconta sempre la stessa cosa. E così ammorberò ancora una volta su questa storia! L'ho ripetuto fino alla nausea, l'ho raccontato ormai a tutti, lo so, lo so, ma diciamo che lo ri-racconto qui, così non si sa mai che un giorno uno si scordi qualche particolare e voglia rileggersi come è andata.
Quindi: ieri sera le Iene hanno manato in onda un servizio di Enrico Lucci sullo sciopero della sete di Pannella. Dietro a quel servizio c'è molto, ma molto di più! [a questo link potete rivedere il servizio]
Quando la conferenza è finita (io stavo nel salone) stavo tornando al secondo piano e mezzo per riprendere il mio lavoro, solo che c'erano talmente tante persone che non riuscivo a passare, così mi sono appoggiata a Matteo Angioli, che stava vicino alla porta, in attesa che la stanza si liberasse. Di fronte a lui c'era Enrico Lucci, che si è girato e ci ha guardato e ha detto: "Che beeellaaaa" riferendosi ovviamente a me, e ha aggiunto guardando Matteo
"ma è la tua fidanzata?"
e io "no, lui è già fidanzato"
e Lucci "e tu sei fidanzata?"
io "sì, lo sono, mi dispiace"
nel frattempo mi ha avvinghiato e non mi lasciava più andare e ha aggiunto "e chi è il tuo fidanzato?
Io "eh, non lo conosci"
forse perché avevo una maglietta a righe, mi dice "ma sei francese?"
e io "no, belga", poi, sorpreso forse dalla risposta, mi ha lasciata e me ne sono andata salutandolo.
Al secondo piano e mezzo, nel frattempo, erano arrivati nella nostra stanza gli elettricisti per mettere a posto i cavi e avevano tolto la corrente, così, visto che non si poteva lavorare, me ne sono tornata su.
Arrivata in salone sento Matteo che mi cerca "gaia, gaia..": Lucci mi voleva salutare "Enrico ti vuole salutare"
Lucci "eccola la ragazza bionda! Senti, ma mi hanno detto che le ragazze belghe sono di facili costumi"
Io "può darsi, peccato che io abbia anche sangue italiano"
Lucci "allora va bene, non vieni con me…"
Mannaggia, non ho saputo cosa dire, se non un misero ciao! A tarda serata mi è venuto in mente che gli potevo rispondere che se gli ero piaciuta così tanto, che mi portasse via colui a fare la Iena! Evidentemente non ci sono portata, visto che la battuta l'ho avuta pronta circa 10 ore dopo!
In tutto questo devo ammettere che Lucci è pure un bel ragazzo: alto, bel fisico e con dei bellissimi occhi verdi! Ma ormai, come si dice, è troppo tardi!
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Quindi: ieri sera le Iene hanno manato in onda un servizio di Enrico Lucci sullo sciopero della sete di Pannella. Dietro a quel servizio c'è molto, ma molto di più! [a questo link potete rivedere il servizio]
Quando la conferenza è finita (io stavo nel salone) stavo tornando al secondo piano e mezzo per riprendere il mio lavoro, solo che c'erano talmente tante persone che non riuscivo a passare, così mi sono appoggiata a Matteo Angioli, che stava vicino alla porta, in attesa che la stanza si liberasse. Di fronte a lui c'era Enrico Lucci, che si è girato e ci ha guardato e ha detto: "Che beeellaaaa" riferendosi ovviamente a me, e ha aggiunto guardando Matteo
"ma è la tua fidanzata?"
e io "no, lui è già fidanzato"
e Lucci "e tu sei fidanzata?"
io "sì, lo sono, mi dispiace"
nel frattempo mi ha avvinghiato e non mi lasciava più andare e ha aggiunto "e chi è il tuo fidanzato?
Io "eh, non lo conosci"
forse perché avevo una maglietta a righe, mi dice "ma sei francese?"
e io "no, belga", poi, sorpreso forse dalla risposta, mi ha lasciata e me ne sono andata salutandolo.
Al secondo piano e mezzo, nel frattempo, erano arrivati nella nostra stanza gli elettricisti per mettere a posto i cavi e avevano tolto la corrente, così, visto che non si poteva lavorare, me ne sono tornata su.
Arrivata in salone sento Matteo che mi cerca "gaia, gaia..": Lucci mi voleva salutare "Enrico ti vuole salutare"
Lucci "eccola la ragazza bionda! Senti, ma mi hanno detto che le ragazze belghe sono di facili costumi"
Io "può darsi, peccato che io abbia anche sangue italiano"
Lucci "allora va bene, non vieni con me…"
Mannaggia, non ho saputo cosa dire, se non un misero ciao! A tarda serata mi è venuto in mente che gli potevo rispondere che se gli ero piaciuta così tanto, che mi portasse via colui a fare la Iena! Evidentemente non ci sono portata, visto che la battuta l'ho avuta pronta circa 10 ore dopo!
In tutto questo devo ammettere che Lucci è pure un bel ragazzo: alto, bel fisico e con dei bellissimi occhi verdi! Ma ormai, come si dice, è troppo tardi!
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giovedì, aprile 08, 2004
FREDDURA - questa sera Pannella sarà a Batti e Ribatti, il programma di Pierluigi Battista. C'è chi si sbaglia e non si ricorda il nome del conduttore, chiamandolo erroneamente Battisti. Se così fosse Pannella potrebbe entrare in trasmissione cantando: "Acqua azzurraaaa, acqua chiaraaaaa, con le mani posso finalmente bereeeee…"
FREDDURA 2 - (suggerita da Jimmomo, ma creata da me medesima) Pannella sta sulla riva della Rai e incontra (Giovanni) Battista, che gli dice:"Pannella, con quest'acqua io ti battezzo, ma non la bere tutta, che ti fa male: è acqua benedetta..." (0) commenti
FREDDURA 2 - (suggerita da Jimmomo, ma creata da me medesima) Pannella sta sulla riva della Rai e incontra (Giovanni) Battista, che gli dice:"Pannella, con quest'acqua io ti battezzo, ma non la bere tutta, che ti fa male: è acqua benedetta..." (0) commenti
TRASTEVERE. La mattina mi capita spesso, prima di andare a lavorare, di uscire e andare a fare la spesa per il quartiere dove da qualche mese (da quando sto con il mio fidanzato) vivo. Il quartiere è Trastevere, dicono, tipicamente romano. Noi stiamo dalla parte di S. Cosimato, dove c’è il mercato, non nella parte diciamo più turistica, con i ristoranti in ogni dove e le bancherelle di ogni tipo che partono da S. Maria e arrivano a via della Longara. Mantiene quel tocco di foklore che per una veneta con sangue belga è molto accogliente. Così mi diletto, a passare dal fruttivendolo al panettiere, al macellaio al droghiere. A Verona, quando vivevo con mia madre, stavo in un quartiere che si potrebbe dire trasadigino (che sta al di là dell’Adige, il fiume di Verona) sia per la posizione, che per la caratteristica di avere un’alta densità di popolazione indigena. Anche quello era il quartire povero e anche quello ora è diventato quello di élite. Quando mia madre ha comprato la casa (non aveva nemmeno il wc interno, ma in giardino) mia nonna è rimasta sconvolta, denominando la casa “maison des poulles” (casa delle galline), poi è diventata una casa, grazie al lavoro certosino dei muratori, sotto la guida di Franco, degna di Côte Sud. Comunque, non volevo parlare di questo.
Vicino a casa c’è un macellaio, molto buono, anche se io mangio poca carne. Solitamente vado lì a fare la spesa. Qualche mattina fa sono andata e indossavo una tuta con una bella scritta sul di dietro e cioè “Basket”. I macellaio sono 2 e uno dei due, qualche giorno dopo, mi ha detto: “Ma che, oggi nun ce và a giocà?” e io “Dove?”
“Ma come, a basket”
“Ma io non ci gioco a basket”
il collega “Ma che nun lo vedi che nun è lei? A signorì nun l’ascolti!”
il macellaio “Ma che stai a dì, è lei! A signorì, nun c’aveva nà tuta l’artro ggiorno?”
io “oooo”
il collega “ma che stai a dì, a signorì, nu je dia retta”
io “Ahhh sììì, c’ha ragione, avevo una tuta con scritto basket dietro…”
il macellaio “O vedi! C’avevo raggione, e io le noto queste cose! E poi come fa a giocà a basket sta ragazzetta, nun ariva manco ar banco!” era soddisfatto di averci azzeccato, proprio soddisfatto!
Ho comprato due bistecche, ho pagato, ho salutato e ridendo sono uscita.
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Vicino a casa c’è un macellaio, molto buono, anche se io mangio poca carne. Solitamente vado lì a fare la spesa. Qualche mattina fa sono andata e indossavo una tuta con una bella scritta sul di dietro e cioè “Basket”. I macellaio sono 2 e uno dei due, qualche giorno dopo, mi ha detto: “Ma che, oggi nun ce và a giocà?” e io “Dove?”
“Ma come, a basket”
“Ma io non ci gioco a basket”
il collega “Ma che nun lo vedi che nun è lei? A signorì nun l’ascolti!”
il macellaio “Ma che stai a dì, è lei! A signorì, nun c’aveva nà tuta l’artro ggiorno?”
io “oooo”
il collega “ma che stai a dì, a signorì, nu je dia retta”
io “Ahhh sììì, c’ha ragione, avevo una tuta con scritto basket dietro…”
il macellaio “O vedi! C’avevo raggione, e io le noto queste cose! E poi come fa a giocà a basket sta ragazzetta, nun ariva manco ar banco!” era soddisfatto di averci azzeccato, proprio soddisfatto!
Ho comprato due bistecche, ho pagato, ho salutato e ridendo sono uscita.
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martedì, aprile 06, 2004
Il Senatore si è rotto un dente. Il personaggio in questione (non voglio fare nomi) è un ottantenne molto arzillo, alto più o meno un metro e cinquanta, che parla in bolognese e che a differenza di molti radicali, adora le donne. Giusto per farvi capire il personaggio, apro una parentesi. Il Senatore, alla tenera età di 80 e passa anni, riesce ancora a sostenere una moglie e si innamora facilmente delle madri delle giovani e dei giovani militanti, e quando vede una sporgenza femminile la tentazione è quella di appoggiarci delicatamente una mano, poi si rende conto di quello che sta facendo e si tira indietro, facendo sempre notare che lui "non l'ha fatto, anche se sarebbe stato molto tentato". Di sovente lo si può trovare che sbraita contro qualcuno in salone, magari perché semplicemente non ha voglia di fare quello che deve fare o, più grave, perché si sente fatto fuori da qualche cosa. Oppure lo si può trovare accasciato nella poltrona del suo ufficio che dorme come se fosse morto e questo devo dire che mi ha fatto parecchia impressione. Oltre ad essere il Senatore, è anche il Presidente di quello e di quell'altro, ma non perde mai occasione per ricordare che lui è il presidente di "'sto ca…". Ebbene, il Senatore, oggi, si è rotto un dente, o meglio, il dente ha fatto saltare un ponte e il ponte ha tagliato la lingua. Il dramma è che non riusciva a sbraitare contro quello che gli era successo, se non un tentativo mal riuscito al telefono con la moglie che gli diceva che il dentista non aveva posto. Abbiamo rimediato: l'harem (composto da Antonella, Sara e me) ha trovato ben 3 dentisti disponibili per curare il malcapitato e, in tarda serata, è salito su un taxi per andare in quello in via Flaminia, a circa un'ora di distanza dal partito, ossia quello più lontano. Ebene!
ps. ovviamente non c'è malizia e il tutto è inteso con ironia... rubo mr. magoo... (0) commenti
ps. ovviamente non c'è malizia e il tutto è inteso con ironia... rubo mr. magoo... (0) commenti
lunedì, aprile 05, 2004
ESPERANTO. Da questa mattina il secondo piano e mezzo del partito radicale è invaso di gentil donzelle dai 18 ai 26 anni. La cosa inquietante è che lavorano tutte per l’Era (l’associazione degli esperantisti). Certo, un po’ strane lo devono essere, perché dall’altra parte della porta si sentono dei canti che sono un incrocio tra i film degli anni ’50 sulle suore in missione che felici del loro stato cantano al Signore la loro gioia, e una geisha che fa uno spettacolo per gli ospiti, tutta pitatta di bianco in faccia, le stecchete tra i capelli e il chimono. Ora ho capito: ho chiesto cos’è questa musica e mi hanno risposto che stanno riversando in digitale un canto in esperanto. Hanno abbassato il volume!
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venerdì, aprile 02, 2004
E' primaveraaaaa! Ieri sera sono tornata a casa verso l'1.30 di notte. Ero sola. Ho parcheggiato la macchina in una piazzetta vicino casa. Era buoi e non c'era nessuno, se non un barbone che passava di lì. Il mio preconcetto nei confronti dei barboni è che ti possano fare qualche danno, che presi dai fumi dell'alcool possano prendersela con qualcosa di materiale, tipo una macchina appena parcheggiata. Il trucco è quello di non di farsi notare. Riflettevo su questa cosa e a ciò che mi ha spinto a fare in modo di non essere notata da quel barbone che stava camminando. Mi sono resa conto che da qualche tempo a questa parte il "non farmi notare" è diventato un po’ il mio motto. Diventare un pezzo di arredamento, messo lì, che sta bene, ma che altra funzione non deve avere, altrimenti rischia di essere danneggiato se preso in considerazione. E così per un po’ di tempo è andata la mia vita in questo ultimo periodo, in disparte, con la paura di fare un passo in più e quindi di sbagliare. Totale insicurezza e l'apatia era l'unica arma di difesa. Ora invece mi rendo conto che questo stare a guardare la vita che mi girava attorno, senza girare io attorno a lei, è stato istruttivo, ma non basta più. Ho deciso che sarò artefice del mio destino, che non è altro che la congiunzione delle volontà altrui e in mezzo ci voglio mettere pure la mia di volontà. Da oggi mi rimbocco le maniche e comincio a mostrare questo bel visino che nella mattinata ha conquistato Enrico Lucci delle Jene, durante la conferenza stampa del Pannellone… speriamo mi portino bene!
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