giovedì, aprile 08, 2004
TRASTEVERE. La mattina mi capita spesso, prima di andare a lavorare, di uscire e andare a fare la spesa per il quartiere dove da qualche mese (da quando sto con il mio fidanzato) vivo. Il quartiere è Trastevere, dicono, tipicamente romano. Noi stiamo dalla parte di S. Cosimato, dove c’è il mercato, non nella parte diciamo più turistica, con i ristoranti in ogni dove e le bancherelle di ogni tipo che partono da S. Maria e arrivano a via della Longara. Mantiene quel tocco di foklore che per una veneta con sangue belga è molto accogliente. Così mi diletto, a passare dal fruttivendolo al panettiere, al macellaio al droghiere. A Verona, quando vivevo con mia madre, stavo in un quartiere che si potrebbe dire trasadigino (che sta al di là dell’Adige, il fiume di Verona) sia per la posizione, che per la caratteristica di avere un’alta densità di popolazione indigena. Anche quello era il quartire povero e anche quello ora è diventato quello di élite. Quando mia madre ha comprato la casa (non aveva nemmeno il wc interno, ma in giardino) mia nonna è rimasta sconvolta, denominando la casa “maison des poulles” (casa delle galline), poi è diventata una casa, grazie al lavoro certosino dei muratori, sotto la guida di Franco, degna di Côte Sud. Comunque, non volevo parlare di questo.
Vicino a casa c’è un macellaio, molto buono, anche se io mangio poca carne. Solitamente vado lì a fare la spesa. Qualche mattina fa sono andata e indossavo una tuta con una bella scritta sul di dietro e cioè “Basket”. I macellaio sono 2 e uno dei due, qualche giorno dopo, mi ha detto: “Ma che, oggi nun ce và a giocà?” e io “Dove?”
“Ma come, a basket”
“Ma io non ci gioco a basket”
il collega “Ma che nun lo vedi che nun è lei? A signorì nun l’ascolti!”
il macellaio “Ma che stai a dì, è lei! A signorì, nun c’aveva nà tuta l’artro ggiorno?”
io “oooo”
il collega “ma che stai a dì, a signorì, nu je dia retta”
io “Ahhh sììì, c’ha ragione, avevo una tuta con scritto basket dietro…”
il macellaio “O vedi! C’avevo raggione, e io le noto queste cose! E poi come fa a giocà a basket sta ragazzetta, nun ariva manco ar banco!” era soddisfatto di averci azzeccato, proprio soddisfatto!
Ho comprato due bistecche, ho pagato, ho salutato e ridendo sono uscita.
Vicino a casa c’è un macellaio, molto buono, anche se io mangio poca carne. Solitamente vado lì a fare la spesa. Qualche mattina fa sono andata e indossavo una tuta con una bella scritta sul di dietro e cioè “Basket”. I macellaio sono 2 e uno dei due, qualche giorno dopo, mi ha detto: “Ma che, oggi nun ce và a giocà?” e io “Dove?”
“Ma come, a basket”
“Ma io non ci gioco a basket”
il collega “Ma che nun lo vedi che nun è lei? A signorì nun l’ascolti!”
il macellaio “Ma che stai a dì, è lei! A signorì, nun c’aveva nà tuta l’artro ggiorno?”
io “oooo”
il collega “ma che stai a dì, a signorì, nu je dia retta”
io “Ahhh sììì, c’ha ragione, avevo una tuta con scritto basket dietro…”
il macellaio “O vedi! C’avevo raggione, e io le noto queste cose! E poi come fa a giocà a basket sta ragazzetta, nun ariva manco ar banco!” era soddisfatto di averci azzeccato, proprio soddisfatto!
Ho comprato due bistecche, ho pagato, ho salutato e ridendo sono uscita.
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