mercoledì, gennaio 31, 2007
PACS?
Libertà non significa rinunciare ai propri sogni
Dai su, non prendiamoci in giro, questa storia dei pacs all’italiana è solo la solita ipocrisia maschilista. Tanto non introdurranno mai la possibilità di stipulare questo contratto anche per le coppie omosessuali, quindi cosa cambia?
Ecco come la penso: liberi tutti di fare ciò che si vuole e per questo sono d’accordo con la loro approvazione, ma c’è qualcosa di fondo che nessuno mai dice e cioè che i pacs sono solo un’invenzione maschile per non sposarsi. Qual è la ragazza che non sogna l’abito bianco, la cerimonia, gli invitati, il viaggio di nozze a avere il cognome del marito? Chi è che da piccola - e anche da grande, ammettiamolo - non ha mai scarabocchiato su un foglio la firma con il cognome dell’innamorato di turno? Ecco, i pacs all’italiana sono solo la mezza via per dare la scusa agli uomini per non sposarsi mai, per non assumersi la grande responsabilità e per non fare il grande passo e per dare alle donne un minimo di garanzia e di diritto, che, voglio dire, sempre meglio che niente, ma caspita… tiriamo fuori le palle e pretendiamo il matrimonio! Alla fine ci si ritrova a lavare, stirare e fare il doppio del lavoro senza nemmeno avere avuto esaudito il sogno di bambina.
Al diavolo coloro che dicono che con i pacs si distrugge la famiglia, perché alla fine chi convive lo fa comunque, anche senza i pacs, anche perché non ha altra scelta se il proprio compagno non vuole e almeno quello è il minimo che si può ottenere e non ci sono tanti discorsi da fare, se non che alla fine la colpa è di noi donne, che diciamo di essere emancipate che alla fine cediamo su tutto e neghiamo a noi stesse anche le cose più semplici, i nostri desideri e i nostri sogni, con la scusa che tanto sono stupidi ed infantili. Io non ci credo e non ci sto, per cui vorrei fondare un movimento, quello dell’orgoglio al matrimonio… poi parla una che è terrorizzata solo al pensiero, quindi alla fine sto solo blaterando…
In realtà i pacs sono nati per dare diritti non alle coppie conviventi etero, ma alle coppie omosessuali e in questo sta l’ipocrisia italiana, che fa sempre le cose a metà, che strizza l’occhio oltretevere e si prostra e si mette a 90 appena quelli dicono A.
La vera rivoluzione sociale per il nostro paese è quella, cioè riconoscere agli omosessuali il diritto di sentirsi persone normali, non a questi ipocriti maschi mammoni che non vogliono prendersi alcun tipo di responsabilità.
Se i politici vogliono più matrimoni dovrebbero approvare il divorzio breve, così gli uomini potranno sempre sentire di avere una via d’uscita veloce e se ci si lascia - e in genere è la donna che lascia - questi maschi rosicheranno appena la propria ex donna non sarà più ufficialmente loro.
E poi questa storia della famiglia è proprio ridicola. Ci sono genitori e figli che non si parlano, fratelli che litigano per le eredità, genitori che si lasciano e si risposano, è solo un’altra ipocrisia e non è il nostro tempo, non è la nostra società che va a catafascio, perché queste cose sono sempre successe, solo che oggi succedono alla luce del sole. Perché una persona non può autonomamente decidere chi è la sua famiglia, al di là dei legami di sangue… ma questo è troppo difficile, vivo in un altro mondo e ora blatero veramente. (6) commenti
Libertà non significa rinunciare ai propri sogni
Dai su, non prendiamoci in giro, questa storia dei pacs all’italiana è solo la solita ipocrisia maschilista. Tanto non introdurranno mai la possibilità di stipulare questo contratto anche per le coppie omosessuali, quindi cosa cambia?
Ecco come la penso: liberi tutti di fare ciò che si vuole e per questo sono d’accordo con la loro approvazione, ma c’è qualcosa di fondo che nessuno mai dice e cioè che i pacs sono solo un’invenzione maschile per non sposarsi. Qual è la ragazza che non sogna l’abito bianco, la cerimonia, gli invitati, il viaggio di nozze a avere il cognome del marito? Chi è che da piccola - e anche da grande, ammettiamolo - non ha mai scarabocchiato su un foglio la firma con il cognome dell’innamorato di turno? Ecco, i pacs all’italiana sono solo la mezza via per dare la scusa agli uomini per non sposarsi mai, per non assumersi la grande responsabilità e per non fare il grande passo e per dare alle donne un minimo di garanzia e di diritto, che, voglio dire, sempre meglio che niente, ma caspita… tiriamo fuori le palle e pretendiamo il matrimonio! Alla fine ci si ritrova a lavare, stirare e fare il doppio del lavoro senza nemmeno avere avuto esaudito il sogno di bambina.
Al diavolo coloro che dicono che con i pacs si distrugge la famiglia, perché alla fine chi convive lo fa comunque, anche senza i pacs, anche perché non ha altra scelta se il proprio compagno non vuole e almeno quello è il minimo che si può ottenere e non ci sono tanti discorsi da fare, se non che alla fine la colpa è di noi donne, che diciamo di essere emancipate che alla fine cediamo su tutto e neghiamo a noi stesse anche le cose più semplici, i nostri desideri e i nostri sogni, con la scusa che tanto sono stupidi ed infantili. Io non ci credo e non ci sto, per cui vorrei fondare un movimento, quello dell’orgoglio al matrimonio… poi parla una che è terrorizzata solo al pensiero, quindi alla fine sto solo blaterando…
In realtà i pacs sono nati per dare diritti non alle coppie conviventi etero, ma alle coppie omosessuali e in questo sta l’ipocrisia italiana, che fa sempre le cose a metà, che strizza l’occhio oltretevere e si prostra e si mette a 90 appena quelli dicono A.
La vera rivoluzione sociale per il nostro paese è quella, cioè riconoscere agli omosessuali il diritto di sentirsi persone normali, non a questi ipocriti maschi mammoni che non vogliono prendersi alcun tipo di responsabilità.
Se i politici vogliono più matrimoni dovrebbero approvare il divorzio breve, così gli uomini potranno sempre sentire di avere una via d’uscita veloce e se ci si lascia - e in genere è la donna che lascia - questi maschi rosicheranno appena la propria ex donna non sarà più ufficialmente loro.
E poi questa storia della famiglia è proprio ridicola. Ci sono genitori e figli che non si parlano, fratelli che litigano per le eredità, genitori che si lasciano e si risposano, è solo un’altra ipocrisia e non è il nostro tempo, non è la nostra società che va a catafascio, perché queste cose sono sempre successe, solo che oggi succedono alla luce del sole. Perché una persona non può autonomamente decidere chi è la sua famiglia, al di là dei legami di sangue… ma questo è troppo difficile, vivo in un altro mondo e ora blatero veramente. (6) commenti
martedì, gennaio 30, 2007
QUESITO DEL MESE
Dopo la domanda sui territori palestinesi di dicembre, oggi posto quello che sarebbe dovuto essere il quesito di gennaio, con molto ritardo, visto che siamo orami a febbraio, ma c’è sempre tempo… quindi:
Quando una persona si sente soffocare, significa che non ama o che ha paura di amare? (23) commenti
Dopo la domanda sui territori palestinesi di dicembre, oggi posto quello che sarebbe dovuto essere il quesito di gennaio, con molto ritardo, visto che siamo orami a febbraio, ma c’è sempre tempo… quindi:
Quando una persona si sente soffocare, significa che non ama o che ha paura di amare? (23) commenti
venerdì, gennaio 26, 2007
LIB-LIB-LIB... UN FREGATURA
Ecco le nuove liberalizzazioni del Governo di centrosinistra, quelle che hanno addirittura fatto litigare due ministri, quelle annunciate da mesi e mesi, quelle che Prodi ha definito una storica rivoluzione, quelle che cambieranno il nostro paese!
Telefonia mobile (dl);
Telefonia fissa, Internet e Tv (dl);
Strade e autostrade – Trasparenza su prezzi carburanti e avvisi tempestivi in caso di incidenti (dl);
Trasparenza pubblicità Tariffe aeree (dl);
Data di scadenza degli alimenti confezionati (dl);
Assicurazioni – Ramo danni e RC auto (dl):
Eliminazione dell’autentica notarile per l’estinzione dell’ipoteca sui mutui immobiliari (dl);
Estensione dei pagamenti con sistemi elettronici (ddl);
Procedure più facili per gli indennizzi alle famiglie con invalidi civili minori (ddl);
Abolizione Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.) (ddl);
Libera concorrenza nella distribuzione del GPL (ddl);
Accesso libero all’attività’ di parrucchiere, estetista, pulizia, disinfezione, facchinaggio, autoscuola (dl);
Guide e accompagnatori turistici (dl);
Impianti di distribuzione dei carburanti (ddl);
Accesso alle attività di intermediazione d’affari (ddl);
Primo passo verso la Borsa del gas (dl)
Nuova disciplina Affidamenti contrattuali (dl);
Componentistica automobili (ddl);
Gare europee per la realizzazione di alcune tratte ferroviarie(dl);
Nascita di una impresa in un giorno (dl);
Semplificazioni per l’avvio di impianti produttivi (ddl);
Interventi per il trasporto pubblico innovativo (ddl);
Riordino incentivi autotrasporto merci (ddl);
Interventi in materia di trasporto ferroviario (ddl);
Interventi di liberalizzazione di autolinee interregionali (dl);
Riordino incentivi in materia di imprese nel settore del gas (ddl);
Estinzione anticipata di mutui immobiliari e clausole penali (dl);
Portabilità dei mutui immobiliari e diritto di surroga nell’ipoteca (dl);
Targhe personalizzate (dl);
Semplificazioni delle procedure per le piccole cooperative (ddl);
Sviluppo del mercato finanziario e sostegno alla crescita dimensionale delle imprese (ddl);
Nullità della clausola di massimo scoperto nei conti bancari (ddl);
Agevolazioni fiscali per le donazioni alle scuole (dl);
Istituzione dei Poli tecnico-professionali (dl)
Riordino e potenziamento degli istituti tecnici e professionali (ddl);
Agevolazioni per le imprese dello spettacolo (ddl);
Adeguamento all’ordinamento comunitario in materia di consulenti del lavoro (dl).
Quindi, ricapitolando: nel campo dell'energia nessun passo avanti. Nelle tlc, resta il quasi-monopolio di Telecom Italia, che mantiene oltre il 90% del fatturato del settore. Nei trasporti prosegue la ristrutturazione delle Ferrovie, con la moltiplicazione delle imprese (Trenitalia, RFI, ecc.), ma nessuna maggiore concorrenza, né un percettibile miglioramento del servizio. La riforma dei servizi pubblici locali è semplicemente nel caos. Per i servizi professionali c'è poi la delusione più cocente: le "libere professioni" restano tutto, meno che libere. Come gli ordini professionali, che mantengono la loro caratteristica di sette/caste lavorative. L'accesso richiede anni di pratica, nei quali i giovani tipicamente non sono retribuiti (se non a livelli di paghetta settimanale del babbo), e la pubblicità resta ingessata in codici di condotta che vietano ai giovani professionisti di offrirsi sul mercato in modo minimamente aggressivo. La concorrenza vera tra professionisti sembra "una vergogna" da evitare invece che il modo naturale di organizzare questi settori. (2) commenti
Ecco le nuove liberalizzazioni del Governo di centrosinistra, quelle che hanno addirittura fatto litigare due ministri, quelle annunciate da mesi e mesi, quelle che Prodi ha definito una storica rivoluzione, quelle che cambieranno il nostro paese!
Quindi, ricapitolando: nel campo dell'energia nessun passo avanti. Nelle tlc, resta il quasi-monopolio di Telecom Italia, che mantiene oltre il 90% del fatturato del settore. Nei trasporti prosegue la ristrutturazione delle Ferrovie, con la moltiplicazione delle imprese (Trenitalia, RFI, ecc.), ma nessuna maggiore concorrenza, né un percettibile miglioramento del servizio. La riforma dei servizi pubblici locali è semplicemente nel caos. Per i servizi professionali c'è poi la delusione più cocente: le "libere professioni" restano tutto, meno che libere. Come gli ordini professionali, che mantengono la loro caratteristica di sette/caste lavorative. L'accesso richiede anni di pratica, nei quali i giovani tipicamente non sono retribuiti (se non a livelli di paghetta settimanale del babbo), e la pubblicità resta ingessata in codici di condotta che vietano ai giovani professionisti di offrirsi sul mercato in modo minimamente aggressivo. La concorrenza vera tra professionisti sembra "una vergogna" da evitare invece che il modo naturale di organizzare questi settori. (2) commenti
mercoledì, gennaio 24, 2007
WALTER E’ AVANTI! AVANTI WALTER!
Il futuro è già cambiato e noi non ce ne siamo accorti. Il futuro si chiama Walter Veltroni che ha inaugurato la nuova “politica spettacolo”. Ma non quella del bagaglino, o di Porta a Porta: Veltroni ha deciso di dare spettacolo e di diventare una pièce teatrale. Solo così si conquista la gente e si riesce a comunicare veramente, senza grida, senza demagogia, mostrando i propri modelli, costruendo anche un nuovo modo di essere ideologia, nel senso più lontano del termine, così lontano da cambiarne il significato. Un uomo concreto e allo stesso tempo astratto, un uomo che regala sogni e speranze e che allo stesso tempo si preoccupa del perché a Roma i semafori non funzionano.
La politica ricomincia da qui, da questo uomo e dal suo nuovo modo di porsi al mondo, dal suo modo di rubare i pensieri, le parole, i gesti, degli uomini che ha ritenuto grandi, di scomporli e rimetterli assieme, per sintetizzarli in qualcuno di completamente nuovo e attuale: lui. Così tanto banale e ovvio e scontato, da risultare originale e nella sua frase pronunciata ieri al teatro Mercadante di Napoli, è proprio così, ed è proprio quello che ognuno di noi vorrebbe provare nell’ascoltare la politica: “Se vuoi costruire una nave non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliato in loro questa sete si metteranno subito al lavoro” (dal piccolo principe. Invito a leggere Annalena Benini sul Foglio di oggi) (13) commenti
Il futuro è già cambiato e noi non ce ne siamo accorti. Il futuro si chiama Walter Veltroni che ha inaugurato la nuova “politica spettacolo”. Ma non quella del bagaglino, o di Porta a Porta: Veltroni ha deciso di dare spettacolo e di diventare una pièce teatrale. Solo così si conquista la gente e si riesce a comunicare veramente, senza grida, senza demagogia, mostrando i propri modelli, costruendo anche un nuovo modo di essere ideologia, nel senso più lontano del termine, così lontano da cambiarne il significato. Un uomo concreto e allo stesso tempo astratto, un uomo che regala sogni e speranze e che allo stesso tempo si preoccupa del perché a Roma i semafori non funzionano.
La politica ricomincia da qui, da questo uomo e dal suo nuovo modo di porsi al mondo, dal suo modo di rubare i pensieri, le parole, i gesti, degli uomini che ha ritenuto grandi, di scomporli e rimetterli assieme, per sintetizzarli in qualcuno di completamente nuovo e attuale: lui. Così tanto banale e ovvio e scontato, da risultare originale e nella sua frase pronunciata ieri al teatro Mercadante di Napoli, è proprio così, ed è proprio quello che ognuno di noi vorrebbe provare nell’ascoltare la politica: “Se vuoi costruire una nave non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliato in loro questa sete si metteranno subito al lavoro” (dal piccolo principe. Invito a leggere Annalena Benini sul Foglio di oggi) (13) commenti
venerdì, gennaio 19, 2007
LIBERALIZZAZIONI? UN'UTOPIA!!!
Avete presente la proposta di Capezzone “7 giorni per un’impresa”? Ecco, se questo Governo fosse veramente di sinistra, dovrebbe fare una riforma per liberalizzare le case: “7 giorni per una casa”!!!
A parte che si dovrebbe fare qualcosa per cui i 7 giorni non diventino poi “7 giorni per un fallimento” e quindi non basta sburocratizzare un po' per mettersi la coscienza a posto e dire di essere riformatori… ma questo è un altro discorso.
Comunque, sto comprando casa, ho trovato un appartamento a Monteverde nuovo e ogni giorno mi sembra tutto sempre più complicato: proposta, compromesso, rogito, catasto, notaio, banca, mutuo, preventivi, preventivi, preventivi, permessi, lavori, materiali, AIUTOOOOOOO!
Non ne uscirò mai viva e se ne uscirò sarà troppo tardi! Però c’è il giardino e già sogno di fare colazione la domenica mattina, con giornali, musica e caffè, sulla chaise longue, con il pavimento in tek, l’albero che mi fa un po’ di ombra, e il sole che mi sfiora… (7) commenti
Avete presente la proposta di Capezzone “7 giorni per un’impresa”? Ecco, se questo Governo fosse veramente di sinistra, dovrebbe fare una riforma per liberalizzare le case: “7 giorni per una casa”!!!
A parte che si dovrebbe fare qualcosa per cui i 7 giorni non diventino poi “7 giorni per un fallimento” e quindi non basta sburocratizzare un po' per mettersi la coscienza a posto e dire di essere riformatori… ma questo è un altro discorso.
Comunque, sto comprando casa, ho trovato un appartamento a Monteverde nuovo e ogni giorno mi sembra tutto sempre più complicato: proposta, compromesso, rogito, catasto, notaio, banca, mutuo, preventivi, preventivi, preventivi, permessi, lavori, materiali, AIUTOOOOOOO!
Non ne uscirò mai viva e se ne uscirò sarà troppo tardi! Però c’è il giardino e già sogno di fare colazione la domenica mattina, con giornali, musica e caffè, sulla chaise longue, con il pavimento in tek, l’albero che mi fa un po’ di ombra, e il sole che mi sfiora… (7) commenti
lunedì, gennaio 08, 2007
SFONDO PASOLINIANO PER L'EPIFANIA
Il primo gennaio hanno rubato a Roma in zona residenziale un motorino. Il 6 i carabinieri lo hanno ritrovato in zona molto periferica. Siamo andati a riprenderlo. Con il motorino i due della volante sono riusciti a prendere anche il ladro, un ragazzo giovane tra i 20 e i 25 anni, alla moda, con cappellino di lana in testa, le nike ai piedi e i jeans con il cavallo che arriva alle ginocchia. Quando siamo arrivati stava seduto nei sedili posteriori, con la portiera aperta e le gambe fuori dalla macchina, si stava fumando una sigaretta.
Il quartiere era tra i peggiori che avessi mai visto di tutte le città che ho visto al mondo, è impressionante quanto una città come Roma possa essere così sporca, brutta e trascurata, con distese di palazzoni grigi, alti, tristi, una periferia mai vista e mai immaginata.
Arrivati sul posto i carabinieri ci sono venuti incontro e ci hanno informato delle dinamiche del recupero del motorino: il ladro, vista la volante, ha abbandonato il motorino ed è scappato, la volante ha individuato il motorino come rubato, il ladro, nella speranza che i carabinieri se ne fossero andati e avessero lasciato il mezzo, è tornato sul posto ed è stato acciuffato.
Dopo il recupero del motorino siamo andati in caserma. Il motorino non si spegne più, con un espediente da ladro, bisogna tappare la marmitta con la suola delle scarpe. Abbiamo provveduto a tutte le procedure burocratiche e dopo poco abbiamo incontrato la madre del ladro arrivata in caserma per recuperare il figlio. Poi ce ne siamo andati.
Sensazione strana… poteva essere Totti oppure faceva il ladro e ha fatto il ladro. La madre poteva essere la sua spacciatrice. Sono convinta che la sgridata se la sia presa non per aver rubato il motorino, ma per essersi fatto beccare e ho anche l’impressione che quel povero ragazzo, dalla faccia abbastanza pulita, si farà la galera, magari non ora, ma i tre scalini sicuramente li percorrerà.
Mi sentivo a disagio, con la mia Ka nera, le mie scarpe firmate, la mia borsa di Gucci, in un ambiente dove queste firme forse sono l’unico valore, dove la società non arriva, dove la politica è quella dell’arrangiarsi e dove chi la fa franca è il più bravo e furbo. I giornali, la finanziaria, centrodestra o centrosinistra, Prodi o Berlusconi, non esistono, esiste la legge del quartiere del bullo più forte, del branco e dell’autoregolamentazione che ogni tanto viene in contatto con la realtà “vera” e si scontra, mettendo un membro o l’altro nelle patrie galere. (22) commenti
Il primo gennaio hanno rubato a Roma in zona residenziale un motorino. Il 6 i carabinieri lo hanno ritrovato in zona molto periferica. Siamo andati a riprenderlo. Con il motorino i due della volante sono riusciti a prendere anche il ladro, un ragazzo giovane tra i 20 e i 25 anni, alla moda, con cappellino di lana in testa, le nike ai piedi e i jeans con il cavallo che arriva alle ginocchia. Quando siamo arrivati stava seduto nei sedili posteriori, con la portiera aperta e le gambe fuori dalla macchina, si stava fumando una sigaretta.
Il quartiere era tra i peggiori che avessi mai visto di tutte le città che ho visto al mondo, è impressionante quanto una città come Roma possa essere così sporca, brutta e trascurata, con distese di palazzoni grigi, alti, tristi, una periferia mai vista e mai immaginata.
Arrivati sul posto i carabinieri ci sono venuti incontro e ci hanno informato delle dinamiche del recupero del motorino: il ladro, vista la volante, ha abbandonato il motorino ed è scappato, la volante ha individuato il motorino come rubato, il ladro, nella speranza che i carabinieri se ne fossero andati e avessero lasciato il mezzo, è tornato sul posto ed è stato acciuffato.
Dopo il recupero del motorino siamo andati in caserma. Il motorino non si spegne più, con un espediente da ladro, bisogna tappare la marmitta con la suola delle scarpe. Abbiamo provveduto a tutte le procedure burocratiche e dopo poco abbiamo incontrato la madre del ladro arrivata in caserma per recuperare il figlio. Poi ce ne siamo andati.
Sensazione strana… poteva essere Totti oppure faceva il ladro e ha fatto il ladro. La madre poteva essere la sua spacciatrice. Sono convinta che la sgridata se la sia presa non per aver rubato il motorino, ma per essersi fatto beccare e ho anche l’impressione che quel povero ragazzo, dalla faccia abbastanza pulita, si farà la galera, magari non ora, ma i tre scalini sicuramente li percorrerà.
Mi sentivo a disagio, con la mia Ka nera, le mie scarpe firmate, la mia borsa di Gucci, in un ambiente dove queste firme forse sono l’unico valore, dove la società non arriva, dove la politica è quella dell’arrangiarsi e dove chi la fa franca è il più bravo e furbo. I giornali, la finanziaria, centrodestra o centrosinistra, Prodi o Berlusconi, non esistono, esiste la legge del quartiere del bullo più forte, del branco e dell’autoregolamentazione che ogni tanto viene in contatto con la realtà “vera” e si scontra, mettendo un membro o l’altro nelle patrie galere. (22) commenti
lunedì, gennaio 01, 2007
LASCIATO IL 2006… PROPOSITO PER IL 2007
Sai cosa? Che mi sono accorta che in tutto questo 2006 quello che mi ha tenuto legata a me stessa è stato il mio odore. Me ne sono accorta questa sera, che sono tornata a casa, alle 3 passate e mi sono lavata il viso e messo il pigiama, la tuta di casa. L’ho odorata, come quando prendi in mano la biancheria pulita, o come quando prendi un indumento di una persona amata, ecco… io ho preso in mano i miei vestiti già usati e li ho annusati, ci ho proprio infilato il naso dentro e mi sono sentita bene. In quel momento mi sono resa conto che stavo con me stessa, che ero tornata a casa, anche se non sento più questa casa come mia, che vorrei cambiare e trovare qualcosa che è veramente mio.
Ho passato un anno strano, di grandi alti e grandi bassi. Senza limiti, senza confini, non c’era qualcosa che era un po’ qualcosa, era tutto tanto o tutto poco, ma poco è troppo poco, perché era il limite minimo del poco.
È iniziato con un viaggi in aereo, passando l’Atalntico e un capitano che annunciava con un campanello l’ “happy new year”, l’illusione di qualcosa che stava finendo ma che ancora non era cominciato, che ancora non avevo cominciato a vivere, proprio per la paura di vivere e di cominciare a vivre.
È continuato nella confusione, con un peso sullo stomaco costante e con la consapevolezza di aver portato le cose ad un punto forse irreversibile per la propria paura di vivere, con l’unico punto di forza nella propria determinazione a far sapere che il lavoro è l’unica certezza ed è l’unico territorio che non fa dipendere dalle altre persone e lottare, lottare, lottare, con i denti e le unghie per dimostrare di meritare, di essere all’altezza, di superare gli ostacoli con indifferenza e alla faccia di tutto il mondo.
Oggi quel mondo l’ho lasciato e forse mi sono fatta influenzare dai sentimenti, non lo so, ma quello che ho imparato, forse, in questo fine anno, è che non posso vivere la mia vita in funzione di quello che le persone pensano di me. E sto meglio, anche se passo giornate a piangere per nessun motivo e non ne riesco a trovare nemmeno uno di preciso… voglio vivere me stessa, questo è il proposito per il mio 2007 (15) commenti
Sai cosa? Che mi sono accorta che in tutto questo 2006 quello che mi ha tenuto legata a me stessa è stato il mio odore. Me ne sono accorta questa sera, che sono tornata a casa, alle 3 passate e mi sono lavata il viso e messo il pigiama, la tuta di casa. L’ho odorata, come quando prendi in mano la biancheria pulita, o come quando prendi un indumento di una persona amata, ecco… io ho preso in mano i miei vestiti già usati e li ho annusati, ci ho proprio infilato il naso dentro e mi sono sentita bene. In quel momento mi sono resa conto che stavo con me stessa, che ero tornata a casa, anche se non sento più questa casa come mia, che vorrei cambiare e trovare qualcosa che è veramente mio.
Ho passato un anno strano, di grandi alti e grandi bassi. Senza limiti, senza confini, non c’era qualcosa che era un po’ qualcosa, era tutto tanto o tutto poco, ma poco è troppo poco, perché era il limite minimo del poco.
È iniziato con un viaggi in aereo, passando l’Atalntico e un capitano che annunciava con un campanello l’ “happy new year”, l’illusione di qualcosa che stava finendo ma che ancora non era cominciato, che ancora non avevo cominciato a vivere, proprio per la paura di vivere e di cominciare a vivre.
È continuato nella confusione, con un peso sullo stomaco costante e con la consapevolezza di aver portato le cose ad un punto forse irreversibile per la propria paura di vivere, con l’unico punto di forza nella propria determinazione a far sapere che il lavoro è l’unica certezza ed è l’unico territorio che non fa dipendere dalle altre persone e lottare, lottare, lottare, con i denti e le unghie per dimostrare di meritare, di essere all’altezza, di superare gli ostacoli con indifferenza e alla faccia di tutto il mondo.
Oggi quel mondo l’ho lasciato e forse mi sono fatta influenzare dai sentimenti, non lo so, ma quello che ho imparato, forse, in questo fine anno, è che non posso vivere la mia vita in funzione di quello che le persone pensano di me. E sto meglio, anche se passo giornate a piangere per nessun motivo e non ne riesco a trovare nemmeno uno di preciso… voglio vivere me stessa, questo è il proposito per il mio 2007 (15) commenti