lunedì, aprile 14, 2008
MORBIDO COME UN MERINGA MORBIDA, DOLCE E ACCOGLIENTE, PERCHE' COSI' DOVREBBE ESSERE LA VITA
Non parlo di elezioni! Non perchè non me ne freghi niente, ma perchè non so cosa dire, non so cosa commentare di fronte a qualcosa di scontato.
La cosa rivoluzionaria per me, che sto riscontrando da un po' di tempo, è che i canoni di bellezza stanno cambiando. Le foto delle super-belle e super-magre sono ritoccate e non per togliere la cellulite o un cuscinetto, ma per dare più morbidezza alle forme!!! Cioè, sono io! Io sono così!
Avete presente la pubblicità della Dove, quella dell'auto-abbronzante? Ecco, lì ci sono quattro ragazze in fila che non sono grasse, ma non mostrano nemmeno il magro spigoloso a cui siamo abituati. E vivaddio, sono belle! Ecco, per me questa è una grande soddisfazione.
Dietro a questa soddisfazione, però, ci vedo anche un risvolto sociologico, ebbene sì, mi spingo in là, visto che sociologia dei consumi è proprio la materia in cui mi sono laureata. Azzardo.
La morbidezza delle forme nel nostro paese, e non solo, era considerata un canone di bellezza negli anni '50, nel post dopo guerra, quando una donna poteva dimostrare con il proprio corpo anche la propria salute, la propria capacità di essere accogliente, florida, feconda, mamma e moglie. Negli ultimi decenni ci hanno propinato il canone spigoloso, secco, rinsecchito, sterile, indipendente, individualista, sola.
Da qualche tempo sto pensando al fatto che quelli della mia generazione sono coloro che veramente stanno subendo il risultato della primavera del '68 e che il nichilismo professato da Glucksmann negli ultimi tempi, comincio a capire cos'è.
Le nostre madri (la mia no, ma insomma, quella generazione là) sono scese in piazza, hanno bruciato reggiseni, hanno tirato sanpietrini contro la polizia, hanno dichiarato la propria indipendenza, la libertà sessuale, la libertà di decidere come, quando e con chi procreare, perchè, non solo il corpo, ma anche ciò che viene dal mio corpo "è mio e me lo gestisco io".
Poi, finita la piazza, hanno sposato il fidanzato capellone che nel frattempo è andato dal barbiere e si è seduto dietro ad una scrivania, si sono sposate in bianco perchè faceva piacere alla mamma e alla nonna e prima dei trent'anni erano già madri di almeno due figli, per poi disfare tutto verso i 35, "perchè questa non è la vita per cui ho lottato quando avevo 18 anni e questo non è il mondo che voglio per i miei figli".
Ecco, noi siamo il risultato di questa distruzione reazionaria, capace solo di disfare e di non costruire nulla, per poi riprodurre le cose che avevano combattuto. La mia generazione si trova oggi a non avere nulla in mano, a costruire il proprio futuro con dei genitori che dicono "arrangiati, la vita è tua, io contro i miei genitori mi sono ribellata per te e ora devi costruirti il tuo futuro", intendendo come futuro la propria realizzazione personale in campo prettamente professionale.
Poi i figli cominciano ad avere trent'anni e le mamme cominciano a dire "ma quand'è che ti sposi, che metti la testa a posto e che mi dai dei nipoti?", nonostante si sia raggiunto un livello professionale più che soddisfacente, perchè quella è l'unica sicurezza su cui una persona della mia generazione più contare, senza paura che qualcosa o qualcuno gliela possa togliere per motivi che non dipendono dalla propria capacità, volontà o determinazione.
Torno quindi alla morbidezza delle forme. Oggi sento una voglia di normalità attorno a me, sento la stanchezza delle persone della mia età che non hanno scelto la rivoluzione, non hanno scelto l'indipendeza e l'individualismo, ma lo vivono perchè è l'unico valore che gli è stato insegnato "arrangiati, la vita è tua e solo tu puoi conquistarti qualcosa".
Oggi, quella morbidezza delle forme, per me significa voglia di ritrovare quei valori e quell'affetto così rari da vedere in giro e io sono così.
Non parlo di elezioni! Non perchè non me ne freghi niente, ma perchè non so cosa dire, non so cosa commentare di fronte a qualcosa di scontato.
La cosa rivoluzionaria per me, che sto riscontrando da un po' di tempo, è che i canoni di bellezza stanno cambiando. Le foto delle super-belle e super-magre sono ritoccate e non per togliere la cellulite o un cuscinetto, ma per dare più morbidezza alle forme!!! Cioè, sono io! Io sono così!
Avete presente la pubblicità della Dove, quella dell'auto-abbronzante? Ecco, lì ci sono quattro ragazze in fila che non sono grasse, ma non mostrano nemmeno il magro spigoloso a cui siamo abituati. E vivaddio, sono belle! Ecco, per me questa è una grande soddisfazione.
Dietro a questa soddisfazione, però, ci vedo anche un risvolto sociologico, ebbene sì, mi spingo in là, visto che sociologia dei consumi è proprio la materia in cui mi sono laureata. Azzardo.
La morbidezza delle forme nel nostro paese, e non solo, era considerata un canone di bellezza negli anni '50, nel post dopo guerra, quando una donna poteva dimostrare con il proprio corpo anche la propria salute, la propria capacità di essere accogliente, florida, feconda, mamma e moglie. Negli ultimi decenni ci hanno propinato il canone spigoloso, secco, rinsecchito, sterile, indipendente, individualista, sola.
Da qualche tempo sto pensando al fatto che quelli della mia generazione sono coloro che veramente stanno subendo il risultato della primavera del '68 e che il nichilismo professato da Glucksmann negli ultimi tempi, comincio a capire cos'è.
Le nostre madri (la mia no, ma insomma, quella generazione là) sono scese in piazza, hanno bruciato reggiseni, hanno tirato sanpietrini contro la polizia, hanno dichiarato la propria indipendenza, la libertà sessuale, la libertà di decidere come, quando e con chi procreare, perchè, non solo il corpo, ma anche ciò che viene dal mio corpo "è mio e me lo gestisco io".
Poi, finita la piazza, hanno sposato il fidanzato capellone che nel frattempo è andato dal barbiere e si è seduto dietro ad una scrivania, si sono sposate in bianco perchè faceva piacere alla mamma e alla nonna e prima dei trent'anni erano già madri di almeno due figli, per poi disfare tutto verso i 35, "perchè questa non è la vita per cui ho lottato quando avevo 18 anni e questo non è il mondo che voglio per i miei figli".
Ecco, noi siamo il risultato di questa distruzione reazionaria, capace solo di disfare e di non costruire nulla, per poi riprodurre le cose che avevano combattuto. La mia generazione si trova oggi a non avere nulla in mano, a costruire il proprio futuro con dei genitori che dicono "arrangiati, la vita è tua, io contro i miei genitori mi sono ribellata per te e ora devi costruirti il tuo futuro", intendendo come futuro la propria realizzazione personale in campo prettamente professionale.
Poi i figli cominciano ad avere trent'anni e le mamme cominciano a dire "ma quand'è che ti sposi, che metti la testa a posto e che mi dai dei nipoti?", nonostante si sia raggiunto un livello professionale più che soddisfacente, perchè quella è l'unica sicurezza su cui una persona della mia generazione più contare, senza paura che qualcosa o qualcuno gliela possa togliere per motivi che non dipendono dalla propria capacità, volontà o determinazione.
Torno quindi alla morbidezza delle forme. Oggi sento una voglia di normalità attorno a me, sento la stanchezza delle persone della mia età che non hanno scelto la rivoluzione, non hanno scelto l'indipendeza e l'individualismo, ma lo vivono perchè è l'unico valore che gli è stato insegnato "arrangiati, la vita è tua e solo tu puoi conquistarti qualcosa".
Oggi, quella morbidezza delle forme, per me significa voglia di ritrovare quei valori e quell'affetto così rari da vedere in giro e io sono così.
Comments:
Concordo con quanto dici...lasciandoti con un pensiero:
Anche se i nostril genitori ci hanno solo insegnato ad arrangiarsi, la soddisfazione che provi quando fai le fai di testa tua, giuste o sbagliate che siano, sara’ solo ed unicamente un’ emozione tua, che non dovrai mai confrontare con aspettative che altri hanno nei tuoi confronti. Questo facendoti crescere in modo piu’ maturo nella vita. Anche se tutto cio’ e’ un pensiero molto individualista, il giorno in cui dovrai fare una scelta, sara’ anche il giorno dove tu e solo tu saprai qual' e’ la cosa giusta da fare.
Il tuo futuro e’ la casa della tua vita: costruita con mattoni del presente, tenuta assieme con scelte del passato.
Stammi bene
Peter
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Anche se i nostril genitori ci hanno solo insegnato ad arrangiarsi, la soddisfazione che provi quando fai le fai di testa tua, giuste o sbagliate che siano, sara’ solo ed unicamente un’ emozione tua, che non dovrai mai confrontare con aspettative che altri hanno nei tuoi confronti. Questo facendoti crescere in modo piu’ maturo nella vita. Anche se tutto cio’ e’ un pensiero molto individualista, il giorno in cui dovrai fare una scelta, sara’ anche il giorno dove tu e solo tu saprai qual' e’ la cosa giusta da fare.
Il tuo futuro e’ la casa della tua vita: costruita con mattoni del presente, tenuta assieme con scelte del passato.
Stammi bene
Peter