mercoledì, marzo 08, 2006
IL SORRISO CHE SA DI BIANCHERIA PULITA...
Una volta mi piaceva raccontare storie, le raccontavo a me stessa e nessuno le sentiva. Mi mettevo a gironzolare per una stanza e mi immaginavo di stare con un sacco di persone e tutte mi stavano ad ascoltare, facevano domande e io rispondevo. Facevo piccoli comizi, e mi immaginavo di essere qualcuno che avrei sognato di diventare. Oggi non lo so se quelle fantasie sono diventate realtà, perché quando una persona vive la vita ogni giorno, difficilmente si ferma a pensare su quello che sta facendo. Di certo non avrei mai pensato di fare quello che faccio e forse un po’ di tristezza mi avvolge, perché forse, quando mi fermo per quel attimo che mi concedo, mi rendo conto che qualcosa mi manca. Ma poi la perfezione non esiste e fermarsi non è possibile, arrendersi meno che mai. La fantasia non ha più posto e questo è ciò che uccide le giornate. Ma di sicuro non si può nemmeno scendere a compromessi per una illusione di felicità. C’è una frase di una canzone che mi piace tanto e che vorrei riuscire a vivere, ma sembra che faccia di tutto per fare in modo che questo non avvenga. Questa frase è: sorriso che sa di biancheria pulita. Cosa c’è di più bello! Oggi, per in discorso che non c’entrava nulla, mi sono ricordata di quando ero piccola piccola e vedevo mia madre per casa che vagava appiccicando bollini rossi o verdi alle cose, erano per la spartizione degli oggetti tra i miei che si separavano. Non mi ha messo tristezza, ma mi ha fatto venire in mente quella frase, perché mi sono ricordata quella casa, quel giardino, le donne di servizio che stiravano all’ultimo piano e con il figlio di una delle due, Nicola, quando piegavano le lenzuola dallo stendibiancheria per essere stirate, le sbattevano e noi ci divertivamo a infilarci sotto; ridevamo come matti. Avevo quattro anni e adoravo i cani, ma odiavo le galline del pollaio che mio fratello mi costringeva ad andare a visitare per rubare le uova, perché se le voleva mangiare e, come poi è stato in forme diverse anche negli anni successivi, aveva bisogno di una complice. Avevo paura del gallo, che mi inseguiva per beccarmi e mio padre poi lo inseguiva con la mazza da golf. Tornavamo dalla pesca di beneficenza del paese con i sacchetti pieni di conigli bianchi con gli occhi rossi rossi, ma non so perché, poi non li vedevo più. Mi ricordo di mia madre che portava, una volta l’anno, dei fustoni del dixan pieni di pulcini e che fuori dal pollaio, con la Luciana, una delle due donne di servizio, toglievano le penne alle galline a cui Luciana, con le sue manone, tirava il collo e a me sembrava normale, oggi mi disgusterebbe. Ce ne sono tanti altri di ricordi, ma mi fermo qua. Oggi questo è il mio sorriso che sa di biancheria.
Una volta mi piaceva raccontare storie, le raccontavo a me stessa e nessuno le sentiva. Mi mettevo a gironzolare per una stanza e mi immaginavo di stare con un sacco di persone e tutte mi stavano ad ascoltare, facevano domande e io rispondevo. Facevo piccoli comizi, e mi immaginavo di essere qualcuno che avrei sognato di diventare. Oggi non lo so se quelle fantasie sono diventate realtà, perché quando una persona vive la vita ogni giorno, difficilmente si ferma a pensare su quello che sta facendo. Di certo non avrei mai pensato di fare quello che faccio e forse un po’ di tristezza mi avvolge, perché forse, quando mi fermo per quel attimo che mi concedo, mi rendo conto che qualcosa mi manca. Ma poi la perfezione non esiste e fermarsi non è possibile, arrendersi meno che mai. La fantasia non ha più posto e questo è ciò che uccide le giornate. Ma di sicuro non si può nemmeno scendere a compromessi per una illusione di felicità. C’è una frase di una canzone che mi piace tanto e che vorrei riuscire a vivere, ma sembra che faccia di tutto per fare in modo che questo non avvenga. Questa frase è: sorriso che sa di biancheria pulita. Cosa c’è di più bello! Oggi, per in discorso che non c’entrava nulla, mi sono ricordata di quando ero piccola piccola e vedevo mia madre per casa che vagava appiccicando bollini rossi o verdi alle cose, erano per la spartizione degli oggetti tra i miei che si separavano. Non mi ha messo tristezza, ma mi ha fatto venire in mente quella frase, perché mi sono ricordata quella casa, quel giardino, le donne di servizio che stiravano all’ultimo piano e con il figlio di una delle due, Nicola, quando piegavano le lenzuola dallo stendibiancheria per essere stirate, le sbattevano e noi ci divertivamo a infilarci sotto; ridevamo come matti. Avevo quattro anni e adoravo i cani, ma odiavo le galline del pollaio che mio fratello mi costringeva ad andare a visitare per rubare le uova, perché se le voleva mangiare e, come poi è stato in forme diverse anche negli anni successivi, aveva bisogno di una complice. Avevo paura del gallo, che mi inseguiva per beccarmi e mio padre poi lo inseguiva con la mazza da golf. Tornavamo dalla pesca di beneficenza del paese con i sacchetti pieni di conigli bianchi con gli occhi rossi rossi, ma non so perché, poi non li vedevo più. Mi ricordo di mia madre che portava, una volta l’anno, dei fustoni del dixan pieni di pulcini e che fuori dal pollaio, con la Luciana, una delle due donne di servizio, toglievano le penne alle galline a cui Luciana, con le sue manone, tirava il collo e a me sembrava normale, oggi mi disgusterebbe. Ce ne sono tanti altri di ricordi, ma mi fermo qua. Oggi questo è il mio sorriso che sa di biancheria.
Comments:
Cara ciccia,
Purtroppo nella vita tutti noi ci ritroviamo a fare cose che non pensavamo minimamente di poter fare.
Esiste un conflitto non detto fra la Ragione e il Buon Senso da un lato e la Fantasia dall'altro; questo anima tutti gli attimi delle nostre vite interiori e si riflette in tutto ciò che come esseri umani abbiamo costruito intorno a noi.
Forse è proprio questo conflitto, irrisolto, irrisolvibile, il motore del mondo che conosciamo. Lagnarsene non serve. Una volta siamo esseri razionali, un'altra piccoli o grandi fantasticatori.
I tuoi bei ricordi fanno parte della seconda categoria, quello che ti ritrovi a fare della prima.
Non se ne esce, a meno che non si trovi una via di sintesi. Sarà questa la nuova sfida che ci spetta?
Purtroppo nella vita tutti noi ci ritroviamo a fare cose che non pensavamo minimamente di poter fare.
Esiste un conflitto non detto fra la Ragione e il Buon Senso da un lato e la Fantasia dall'altro; questo anima tutti gli attimi delle nostre vite interiori e si riflette in tutto ciò che come esseri umani abbiamo costruito intorno a noi.
Forse è proprio questo conflitto, irrisolto, irrisolvibile, il motore del mondo che conosciamo. Lagnarsene non serve. Una volta siamo esseri razionali, un'altra piccoli o grandi fantasticatori.
I tuoi bei ricordi fanno parte della seconda categoria, quello che ti ritrovi a fare della prima.
Non se ne esce, a meno che non si trovi una via di sintesi. Sarà questa la nuova sfida che ci spetta?
Somewhere over the rainbow
Way up high
There's a land that I heard of
Once in a lullaby
Somewhere over the rainbow
Skies are blue
And the dreams that you dare to dream
Really do come true
Some day I'll wish upon a star
And wake up where the clouds are far behind me
Where troubles melt like lemondrops
Away above the chimney tops
That's where you'll find me
Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
Birds fly over the rainbow
Why then, oh why can't I?
Some day I'll wish upon a star
And wake up where the clouds are far behind me
Where troubles melt like lemondrops
Away above the chimney tops
That's where you'll find me
Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
Birds fly over the rainbow
Why then, oh why can't I?
If happy little bluebirds fly
Beyond the rainbow
Why, oh why can't I?
Way up high
There's a land that I heard of
Once in a lullaby
Somewhere over the rainbow
Skies are blue
And the dreams that you dare to dream
Really do come true
Some day I'll wish upon a star
And wake up where the clouds are far behind me
Where troubles melt like lemondrops
Away above the chimney tops
That's where you'll find me
Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
Birds fly over the rainbow
Why then, oh why can't I?
Some day I'll wish upon a star
And wake up where the clouds are far behind me
Where troubles melt like lemondrops
Away above the chimney tops
That's where you'll find me
Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
Birds fly over the rainbow
Why then, oh why can't I?
If happy little bluebirds fly
Beyond the rainbow
Why, oh why can't I?
Nice site!
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che bel post! Sono d'accordo con adriano, la Via sta nell'equilibrio... se una volta si esagera da una parte, bisogna controbilanciare dalla parte opposta la volta successiva. Continuare l'equilibrismo sulla fune, fino a quando é possibile...
ciao gaia, bel blog!
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ciao gaia, bel blog!