lunedì, maggio 24, 2004
LETTERA APERTA ALLA REDAZIONE DI REPUBBLICA.IT
Dalle pagine di Repubblica.it si legge che la politica italiana ha finalmente scelto di usare come mezzo di campagna elettorale, anche internet. Da radicale, promotrice della rivoluzione liberali, liberista, libertaria e anche e soprattutto tecnologica, non posso che salutare positivamente questo fatto, indice che l’alfabetizzazione della società italiana nei confronti del mezzo internet sta cominciando a crescere.
Di una cosa però non riesco a capacitarmi, del fatto cioè che si voglia fare di un mezzo di informazione “rivoluzionario”, un media che va sempre più nella direzione dell’ostracismo tradizionale. Nell’articolo di Repubblica si legge ben chiaro che “partiti e candidati hanno capito che il consenso politico passa sempre di più dal web”. Più avanti si legge “Anche in Italia Internet sta acquistando importanza come strumento politico” e vengono menzionati i siti di UDC, Ulivo, Rifondazione Comunista, Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, Lega Nord, e più avanti vengono messi ben in risalto siti personali o blog tra i quali appare in bella vista il nome della candidata dell’Ulivo Lilli Gruber.
Dei radicali nemmeno un “.Punto”! Eppure qualcosa la lista Bonino l’ha fatta! I radicali hanno sempre dimostrato nella loro storia di essere naturali portavoce di queste “scoperte tecnologiche” in campagna elettorale, e non solo. Basti pensare alla creazione di Agorà Telematica, soggetto imprenditoriale radicale, primo provider italiano, o all’iniziative delle prime elezioni on-line di un soggetto politico nazionale, o alla creazione della Community-Forum di discussione, frequentato anche da personalità illustri e opinionisti.
Ma queste iniziative non sono degne per Repubblica.it, e non è degno nemmeno il fatto che la Lista Bonino è l’unica che presenta nel suo simbolo la dicitura del sito internet www.radicali.it, o che è stato fatto un sito ad hoc per le elezioni, www.emmaforeurope.it, o che la capolista ha un suo sito personale, www.emmabonino.it, per non parlare degli altri candidati!
Spero che Repubblica.it voglia, per le prossime occasioni, considerare il fatto che i radicali non hanno solamente “capito che il consenso politico passa dal web”, ma che usano tutti i giorni questo mezzo per la maggiore trasparenza e chiarezza della propria politca interna e della politica tutta, sfruttando al meglio, per quanto le risorse economiche lo permettono, la natura propria di libertà che internet offre e mi auguro che la redazione voglia rimediare a questo sassolino che aumenta la valanga di disinformazione a cui gli italiani sono sottoposti ogni giorno.
Gaia Carretta
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
Dalle pagine di Repubblica.it si legge che la politica italiana ha finalmente scelto di usare come mezzo di campagna elettorale, anche internet. Da radicale, promotrice della rivoluzione liberali, liberista, libertaria e anche e soprattutto tecnologica, non posso che salutare positivamente questo fatto, indice che l’alfabetizzazione della società italiana nei confronti del mezzo internet sta cominciando a crescere.
Di una cosa però non riesco a capacitarmi, del fatto cioè che si voglia fare di un mezzo di informazione “rivoluzionario”, un media che va sempre più nella direzione dell’ostracismo tradizionale. Nell’articolo di Repubblica si legge ben chiaro che “partiti e candidati hanno capito che il consenso politico passa sempre di più dal web”. Più avanti si legge “Anche in Italia Internet sta acquistando importanza come strumento politico” e vengono menzionati i siti di UDC, Ulivo, Rifondazione Comunista, Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, Lega Nord, e più avanti vengono messi ben in risalto siti personali o blog tra i quali appare in bella vista il nome della candidata dell’Ulivo Lilli Gruber.
Dei radicali nemmeno un “.Punto”! Eppure qualcosa la lista Bonino l’ha fatta! I radicali hanno sempre dimostrato nella loro storia di essere naturali portavoce di queste “scoperte tecnologiche” in campagna elettorale, e non solo. Basti pensare alla creazione di Agorà Telematica, soggetto imprenditoriale radicale, primo provider italiano, o all’iniziative delle prime elezioni on-line di un soggetto politico nazionale, o alla creazione della Community-Forum di discussione, frequentato anche da personalità illustri e opinionisti.
Ma queste iniziative non sono degne per Repubblica.it, e non è degno nemmeno il fatto che la Lista Bonino è l’unica che presenta nel suo simbolo la dicitura del sito internet www.radicali.it, o che è stato fatto un sito ad hoc per le elezioni, www.emmaforeurope.it, o che la capolista ha un suo sito personale, www.emmabonino.it, per non parlare degli altri candidati!
Spero che Repubblica.it voglia, per le prossime occasioni, considerare il fatto che i radicali non hanno solamente “capito che il consenso politico passa dal web”, ma che usano tutti i giorni questo mezzo per la maggiore trasparenza e chiarezza della propria politca interna e della politica tutta, sfruttando al meglio, per quanto le risorse economiche lo permettono, la natura propria di libertà che internet offre e mi auguro che la redazione voglia rimediare a questo sassolino che aumenta la valanga di disinformazione a cui gli italiani sono sottoposti ogni giorno.
Gaia Carretta
Membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani
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