lunedì, marzo 15, 2004
Madrid. Su questo blog non è comparsa alcuna traccia di ciò che è successo a Madrid. La cosa è stata fatta consapevolmente. Il motivo forse è contraddittorio vista la natura autoreferenziale di questo blog, ma è proprio per questo, per questa cosa così banale e così umana: paura. Questa mattina, alle 12.00, durante i 3 minuti di silenzio per le vittime dell'attacco terroristico in Spagna, mi si è raggelato il sangue al pensiero di quelle 200 persone e più che hanno perso la vita per cosa (?), per essere andati al lavoro la mattina, magari in un giorno in cui proprio non ne avevano voglia, in cui si sono detti "Oggi resto a casa" e poi il senso di responsabilità ha avuto la meglio. Ho paura della normalità, della vita quotidiana, di camminare per strada e guardare le vetrine, di osservare in faccia una persona e domandarmi se proprio lui potrebbe essere un terrorista. Stanno vincendo e lo stanno facendo nel modo più bieco possibile: disseminare la paura, creare una guerra invisibile, una guerra psicologica e nessuno può farci nulla, se non domandarsi "perché proprio io".
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